Ammonterà a 118 miliardi di euro la spesa sostenuta quest’anno dal Servizio sanitario nazionale. Rispetto al 2018 la crescita è del 2,3%, ma nel triennio successivo l’incremento dovrebbe ridursi a un tasso medio annuo dell’1,4%. Di conseguenza, l’incidenza della spesa sanitaria sul Pil calerà dal 6,6% di quest’anno al 6,4% del 2022, sempre che il Prodotto interno lordo confermi le previsioni di crescita (+2,5% annuo). Queste, in sintesi le cifre che in tema di Ssn snocciola il Def, il Documento di economia e finanza approvato nei giorni scorsi dal Governo. I numeri confermano la precedente programmazione pluriennale, ma su tutto l’impianto pesa l’aggiornamento delle stime sulla crescita economica, con un Pil che nel 2018 è lievitato soltanto dello 0,9% e quest’anno rimarrà pressoché invariato (+0,1%) rispetto a una previsione del +1%. (tab 1 e 2)
Ne derivano diverse incognite per la spesa sanitaria e quella farmaceutica in particolare: nel 2018, osserva il Def, gli acquisti diretti di farmaci (quelli degli ospedali, che vengono contabilizzati alla voce beni e servizi) sono cresciuti del 6,5% mentre la farmaceutica territoriale è calata sul 2017 di poco più di mezzo punto (-0,6%). Le stime per il 2019, di conseguenza, ipotizzano per l’ospedaliera un altro robusto incremento, del 3,9%, e per la territoriale una crescita molto più lieve (+0,7%). Dovrebbe invece aumentare da 6,8 a 7,2 miliardi la spesa per la medicina di famiglia, anche a causa dei rinnovi contrattuali e degli adeguamenti economici che li accompagnano.