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Diabetica, Sid: sui presidi meglio le regioni che danno più scelta ai malati

6 Marzo 2019

La ricerca di economie di spesa da parte dei servizi sanitari regionali da un lato e, dall’altro, la richiesta dei malati di disporre di un ventaglio di presidi per la diabetica che soddisfi le singole necessità può trovare una sintesi soddisfacente per tutti nell’organizzazione di gare centralizzate di acquisto con “accordo quadro”, che prevedano un costo massimo fisso e aggiudicatari multipli. E’ la proposta lanciata ieri dalla Società italiana di diabetologia (Sid) in concomitanza con la presentazione della ricerca “Ecco l’Italia del diabete”: varata per portare alla superficie le differenze che da Regione a Regione contraddistinguono l’assistenza ai malati, l’indagine evidenzia una forte eterogeneità territoriale nelle modalità di erogazione, accesso e distribuzione dei dispositivi per il diabete: i pazienti con Dmt1, per esempio, hanno diritto a un numero di strisce rimborsate che va dalle 25 al mese in Sicilia alle 250 mensili in Abruzzo, Molise e Toscana; i malati di Dmt2 in terapia con insulina basale, beneficiano di un massimo di strisce rimborsate che va dalle 25 strisce/mese di Marche, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Veneto e Trentino Alto Adige alle 90 strisce/mese della  Liguria.

L’elenco stilato dalla ricerca della Sid è lungo: i pazienti con Dmt2 in terapia multi-iniettiva ricevono dal servizio sanitario un numero di strisce che va dalle 25 al mese in Sicilia alle 150 di Abruzzo, Molise, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, Trentino Alto Adige e Umbria; i pazienti con diabete mellito di tipo 2 in terapia orale con farmaci non segretagoghi non hanno diritto alle strisce reattive in regime di rimborso nelle regioni Marche, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e Friuli Venezia Giulia.

Poi c’è la questione relativa ai dispositivi per la rilevazione della glicemia capillare: le Regioni che acquistano tramite gara ad aggiudicatario unico per puntare al massimo ribasso, ricorda la Sid, ottengono risparmi importanti ma scontentano i loro assistiti, che hanno esigenze specifiche e distinte ma devono ricorrere a un unico modello. E’ il caso, per esempio, di Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte, dove i dispositivi sono selezionati tramite gara con vincitore unico e distribuiti direttamente.

Altre Regioni invece (per esempio Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Calabria, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto, Trentino Alto Adige), hanno condotto trattative con produttori e distributori e hanno potuto così mantenere un’offerta più ampia, anche se con una spesa in qualche caso maggiore. Ma i loro assistiti beneficiano di una libertà di scelta più ampia che consente loro di individuare il modello che meglio risponde alle loro necessità. E anche questo, utile ricordarlo, contribuisce alla compliance e quindi all’aderenza terapeutica.