L’emendamento Trizzino sulle catene di farmacia finisce giù anche dal treno del decreto Crescita. Lo stop, secondo quanto riferisce Quotidiano Sanità, sarebbe arrivato dalle commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera, che ieri hanno avviato l’esame delle proposte di modifica presentate la settimana scorsa dai gruppi parlamentari. All’origine sempre il medesimo motivo, incompatibilità della materia, la stessa obiezione che in precedenza aveva bloccato altri due tentativi del deputato cinquestelle, a dicembre con la Legge di Bilancio e pochi giorni fa con il decreto Calabria.
L’esito non cambia, anche se l’emendamento al dl Crescita rinunciava alla proposta di limitare al 49% la presenza del capitale nelle società di gestione e provava invece ad abbassare il quorum delle farmacie controllabili da ogni singola catena: non più il 20% regionale (come prevede la Legge sulla concorrenza) ma il 5% a livello comunale accoppiato al 10% su base nazionale. Niente da fare.
Piove lo stesso stop anche sul secondo emendamento Trizzino al decreto Crescita, quello che proponeva l’istituzione di farmacie virtuali o piattaforme elettroniche per assicurare l’accesso ai farmaci nelle zone disagiate non coperte dal servizio. Anche qui l’alt è per incompatibilità della materia, ma in questo caso i farmacisti titolari non se ne rammaricheranno.