Ottiene il via libera dell’Ema la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino covid prodotto dall’azienda francese Valneva. Appartenente alla classe degli inattivati adiuvati, è il sesto vaccino che dall’inizio della pandemia riceve il parere favorevole dell’Ema, che ne ha raccomandato l’uso nelle persone dai 18 ai 50 anni di età.
Lo studio sul quale si è basata principalmente la decisione, riporta l’Agenzia europea dei medicinali in una nota, è un trial di immunobridging che ha confrontato la risposta immunitaria indotta dal vaccino con quella di un altro vaccino già autorizzato e dimostratosi efficace contro la malattia.
I risultati dello studio, che ha coinvolto quasi tremila persone di età pari o superiore a 30 anni, indicano che Valneva innesca la produzione di livelli più elevati di anticorpi contro il ceppo originale di Sars-CoV-2 rispetto al comparatore, Vaxzevria. Inoltre, la percentuale di persone che hanno prodotto un livello elevato di anticorpi era simile per entrambi i vaccini. Ulteriori dati dallo studio hanno anche dimostrato che il vaccino è efficace nell’innescare la produzione di anticorpi nelle persone di età compresa tra i 18 ei 29 anni come lo è nelle persone di età pari o superiore a 30 anni.
Novità anche per Nuvaxovid: in un’altra nota diffusa ieri, l’Ema ha annunciato di avere raccomandato l’estensione dell’indicazione per il vaccino covid di Novavax agli adolescenti di 12-17 anni. L’impiego è lo stesso degli adulti, per i quali il vaccino è già sttao approvato: due iniezioni intramuscolari a tre settimane di distanza l’una dall’altra.
Uno studio su oltre 2.200 bambini di età compresa tra 12 e 17 anni ha mostrato che la risposta immunitaria a Nuvaxovid è paragonabile alla risposta nei giovani adulti di età compresa tra 18 e 25 anni riscontrata nel trial utilizzato per valutare l’efficacia del vaccino negli adulti. L’osservazione è stata condotta quando la variante Sars-CoV-2 Delta era dominante e ha dimostrato che il vaccino era efficace per quasi l’80%: sei dei 1.205 adolescenti che hanno ricevuto Nuvaxovid hanno sviluppato COVID-19 rispetto a 14 su 594 che hanno ricevuto il placebo.