L’Ema ha dato parere sfavorevole alla richiesta di autorizzazione per l’impiego di Lagevrio (molnupiravir) nel trattamento degli adulti con covid-19. Lo riferisce una nota diffusa ieri dalla stessa Agenzia europea, che riferisce le decisioni assunte dal Comitato medicinali per uso umano (Chmp) nell’ultima riunione del 20-23 febbraio.
La revisione della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per Lagevrio, spiega la comunicazione, era stata avviata il 23 novembre 2021, a seguito di una consulenza fornita agli Stati membri per consentire un possibile uso precoce del farmaco prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Dopo aver valutato i dati provvisori disponibili a quel momento e i dati aggiuntivi forniti successivamente dal produttore, il Chmp «ha concluso che non è possibile dimostrare il beneficio clinico di Lagevrio nel trattamento di adulti con covid-19 che non ricevono ossigeno supplementare e che più rischiano di sviluppare una forma grave della malattia. Sulla base della totalità dei dati, non è stato possibile concludere che Lagevrio possa ridurre il rischio di ospedalizzazione o morte o abbreviare la durata della malattia o il tempo di recupero negli adulti a rischio di malattia grave». Infine, conclude il comunicato, «non è stato possibile identificare un gruppo specifico di pazienti in cui si potesse dimostrare un beneficio clinicamente rilevante di Lagevrio».