I Piani vaccinali delle Regioni dovranno adeguarsi al ritmo delle consegne da parte delle aziende produttrici, che continuano a mantenere ritardi rispetto alle programmazioni. Lo ha detto ieri il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, che per la sua Regione ha parlato di somministrazioni pronte a triplicare entro marzo (dalle attuali 10mila al giorno) ma soltanto «se i vaccini saranno disponibili». Conferma Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali, che ha convocato per oggi una riunione con i governatori. «Ci mancano almeno 300mila dosi» è il bilancio fornito dal commissario per l’emergenza covid, Domenico Arcuri «Moderna ci ha appena informato che per la settimana del 9 febbraio su 166mila dosi ne consegnerà 132mila, il 20% in meno».
Intanto l’Emilia Romagna si prepara alla vaccinazione degli over 80. «Scriverò una lettera ai nostri 300mila anziani» ha spiegato Bonaccini «per dire loro come si deve fare e chi verrà chiamato direttamente. Abbiamo la necessità di mettere al riparo quelli che più di altri rischiano la vita, e sono già fin troppi, e quelli che rischiano di entrare in terapia intensiva o nei reparti Covid dei ricoveri gravi».
Il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni si sofferma anche sui ritardi nelle forniture da parte delle aziende farmaceutiche: «È appena partito il piano vaccinale più straordinario di sempre ed è partito con tanta fiducia, ma sta già risentendo di alcuni rallentamenti. Sono dovuti non alla nostra organizzazione, che si è dimostrata tra le più efficienti, visto che siamo la regione con il più alto numero di vaccinati sulla popolazione reale e che qui nessuno ha fatto file o è stato al freddo o all’acqua» per vaccinarsi.
Aggiornamento anche dal Veneto: «Ai primi di febbraio» ha annunciato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia» chiuderemo il primo giro di popolazione target, operatori sanitari e Rsa, da metà febbraio si inizia con gli over 80 a partire dalla classe ’41 (350mila persone), quindi a scalare per età scendendo ai 70enni».
«La situazione è analoga a quella di altre regioni» è invece l’analisi del presidente della Basilicata, Vito Bardi «in un primo momento ci hanno garantito vaccini per una certa rilevanza numerica per il personale medico e anziani. Poi dalla Pfizer abbiamo avuto defezioni, così anche noi abbiamo dovuto fermare i nuovi vaccini. Grazie al fatto di aver mantenuto una riserva del 30 per cento, riusciremo a terminare il richiamo a tutti entro la metà del mese di febbraio». La Regione Puglia, dal canto suo, ha annunciato ieri di avede deciso di coinvolgere nella somministrazione del vaccino anche i farmacisti.