A volte anche gli algoritmi fanno cilecca. Di certo l’ha fatto quello di Facebook, che ha bloccato e oscurato il portale di un gruppo di discussione italiano frequentato da 100mila medici, scambiando per fake news discussioni scientifiche relative a studi sul coronavirus. Lo rivela all’agenzia stampa Dire Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. «Siamo al paradosso» osserva il medico «in questi mesi abbiamo utilizzato il web per cercare di stare in contatto con tanti medici di tutto il mondo. Il covid-19 è una malattia nuova e quindi abbiamo bisogno di aggiornarci in continuazione. Abbiamo reti diverse, abbiamo una rete anche regionale per le malattie infettive e una nazionale. Poi abbiamo appunto Facebook, che utilizziamo per contattare i medici di tutto il mondo e avere informazioni o commentare insieme le nuove ricerche».
Come spiega Andreoni, l’oscuramento può arrecare numerosi danni alla comunità dei medici: «Decade la possibilità di avere in tempo reale dati e novità, oltre all’eventualità di poterne discutere con tutta la comunità scientifica. Siamo stati spesso criticati per il fatto che ognuno di noi dice cose diverse e poi, magari, si sentono ricercatori che hanno pensieri differenti l’uno dall’altro. Proprio per evitare tutto ciò il più possibile, questo è stato e rimane un buon sistema per scambiarsi subito le proprie idee e cercare di arrivare a una condivisione di pensiero. Quindi, su questa tematica ritengo sia un danno rilevante, proprio perché creiamo confusione nella confusione».