La falsificazione è un fenomeno esteso che non riguarda solo beni di lusso: nel mirino dei falsari ci sono anche i farmaci e in generale i prodotti della salute. Sebbene le statistiche siano variabili in relazione al livello di medicinali contraffatti, si calcola che la percentuale di farmaci contraffatti oscilli tra l’1 e il 10% circa del mercato farmaceutico globale. Numeri preoccupanti, con variazioni sensibili tra Paesi in via di sviluppo e non.
L’Eurispes, nell’ambito delle attività di studio e ricerca promosse dall’Osservatorio Salute, Legalità e Previdenza fondato con Enpam, ha voluto approfondire il tema dei canali web illeciti dai quali transitano i farmaci illegali. Negli ultimi anni, infatti, il commercio in Rete ha conosciuto una crescita esponenziale. Basti pensare che nelle principali economie, tra il 2018 e il 2020, le vendite al dettaglio online sono aumentate del 41%. Una crescita certamente accelerata anche dalle limitazioni imposte dalla pandemia da Covid-19. Secondo l’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, solo nel nostro Paese gli acquisti online hanno raggiunto nel 2021 un valore di 39,4 miliardi di euro (+21% rispetto al 2020). Sappiamo inoltre che attualmente, in Italia, l’85% della popolazione ha accesso a Internet (prima della pandemia, nel 2019, era il 78%) e tra gli utenti che ogni giorno accedono alla Rete, il 62% ha acquistato nel 2022 beni e servizi online. La rapida crescita della Rete, però, ha anche offerto terreno fertile per facilitare l’infiltrazione di prodotti illeciti. All’apice della pandemia si sono fatti spazio senza troppe difficoltà dpi contraffatti (mascherine), farmaci, integratori e anche falsi vaccini. Tutto ciò è reso possibile, in modo particolare, dalle modalità di trasporto utilizzate, su tutti i servizi postali. I dati dell’Unione europea, infatti, dicono che nel commercio in Rete il 91% dei prodotti contraffatti è transitato da servizi postali o di corriere.
Lo sviluppo della Rete e provenienza dei falsi
Per quanto riguarda la vendita Business to Consumer (B2C), dice Eurispes, la Cina domina le transazioni mondiali con una percentuale di vendite pari a 1.539 miliardi, corrispondenti al 59% del suo totale, contro lo stesso segmento negli Stati Uniti che vale solo il 13%. Il ruolo della Cina nelle vendite in Rete dirette ai consumatori è significativo in quanto dalla Cina, e più in generale dai Paesi dell’Asia, arrivano la maggior parte delle merci false o contraffatte dirette verso l’Unione europea, farmaci compresi. Considerando le operazioni di sequestro doganali effettuate tra il 2017 ed il 2019, le principali economie di provenienza dei prodotti risultano essere proprio Cina e Hong Kong, seguite dalla Turchia. Allargando poi lo spettro emergono in maniera significativa anche altri Paesi asiatici tra cui Singapore, Malesia, Taipei, Tailandia e Vietnam.
Tipologie di prodotto e contraffazione farmaceutica
Quello della contraffazione di farmaci è un fenomeno in larga parte ancora sommerso, i cui dati risultano fortemente sottostimati. Le stime, ricorda Eurispes, dicono che il mercato dei farmaci contraffatti valga addirittura il doppio di quello degli stupefacenti: nel 2010 le valutazioni si aggiravano sui 200 miliardi di dollari. Quando si parla di contraffazione di farmaci, le indagini dell’Oms indicano come solo l’1% dei farmaci venduti illegalmente presenti la composizione originale. Il resto non conterrebbe i princìpi attivi (32,1%), o questi sarebbero presenti in quantità non corrette (20,2%), oppure, nella peggiore delle ipotesi, composti da ingredienti sbagliati (21,4%), o contenenti alti livelli di impurità e contaminanti (8,5%). I dati evidenziano l’ampia presenza di farmaci salvavita, come antibiotici e anti-malarici, la cui contraffazione causa ogni anno vittime in tutto il mondo, colpendo in maniera particolare i paesi in via di sviluppo. Secondo la Transnational Alliance for illicit Trade, la quota di falsi nei mercati in via di sviluppo potrebbe rappresentare ben oltre il 10%, raggiungendo fino al 30% in paesi come Asia, Africa e America Latina e, più del 20% nelle economie dell’ex Unione Sovietica.
Paesi di provenienza dei farmaci contraffatti
Gli ultimi dati ufficiali disponibili, ricavati dal Rapporto Ocse pubblicato nel 2019, risalenti al biennio 2014-2016, mostrano come i paesi dell’Asia siano anche i principali paesi di provenienza di farmaci e prodotti per la salute contraffatti. Si conferma il ruolo di Cina, Singapore ed Hong Kong, ma emerge anche l’India. Il fatto che le economie dell’Asia rappresentino l’ampia maggioranza delle esportazioni di farmaci, osserva Eurispes, non è affatto casuale. Al contrario, rispetta una tendenza che ha interessato negli anni la globalizzazione dell’economia. Il settore farmaceutico, come altri settori, ha vissuto una separazione sempre più netta tra l’attività di ricerca, concentrata nelle economie sviluppate come quella europea e nord-americana e l’attività di produzione, esternalizzata verso l’Asia, in particolare proprio tra India e Cina. I dati infatti indicano come in Europa e negli Stati Uniti gli investimenti in attività di ricerca nel settore farmaceutico assorbano rispettivamente il 19,2% ed il 26,4% degli investimenti totali in ricerca e sviluppo, mentre in India e Cina il valore degli investimenti si attesta a livelli nettamente inferiori, rispettivamente all’8,5% e al 5,5%. Diversamente, con riguardo alla produzione, l’India si conferma oggi sempre più leader nella fornitura di farmaci, con quote di mercato globale del 20% nei farmaci generici. Al tempo stesso, il paese provvede anche a soddisfare circa la metà della domanda mondiale di vaccini. La Cina, dal canto suo, si è affermata negli anni come leader indiscusso nella produzione dei princìpi attivi di base utilizzati per la sintesi dei farmaci. Quest’ultima infatti provvede alla produzione del 13% della quota mondiale, da cui la stessa India importa il 70% dei princìpi attivi utilizzati dalla propria industria. L’esternalizzazione della produzione da parte delle grandi aziende farmaceutiche ha quindi permesso a questi paesi di modernizzare le proprie industrie, un fattore che, in parallelo a controlli meno stringenti, ha favorito la base ideale per l’infiltrazione di prodotti illegali nel mercato.
Prodotti contraffatti ed e-commerce nel continente europeo
Secondo le agenzie OCSE ed EUIPO, in base ai dati relativi ai sequestri forniti dalle Autorità di polizia nell’Unione europea, la maggior parte dei sequestri relativi a merce contraffatta, tra il 2017 e 2019 all’interno dell’Unione, riguarda i prodotti venduti in Rete. Anche nel caso dei farmaci contraffatti, il 72% dei sequestri totali è riconducibile a prodotti commercializzati in Rete. Per quanto riguarda gli strumenti e i dispositivi medici, la percentuale è del 71%. Ed infine nel caso dei prodotti di cosmesi, la percentuale sale al 75%.
Contraffazione, tra integratori e cosmesi
La combinazione tra la libertà di acquisto ed i minori controlli hanno fatto sì che gli integratori, come i prodotti di cosmesi, diventassero negli ultimi anni uno dei settori maggiormente permeabili alla contraffazione, soprattutto nelle economie più sviluppate. Nel 2018 l’AIFA aveva dichiarato come gli integratori, insieme ai potenziatori sessuali, fossero i prodotti più “imitati” rappresentando circa il 60/70% del totale dei prodotti per la salute contraffatti presenti in Italia. Discorso simile può essere fatto per i prodotti cosmetici contraffatti. In Europa, si stimano ogni anno perdite per 9,6 miliardi di euro, di cui 935 milioni solo in Italia. Questi prodotti possono contenere sostanze farmacologicamente attive, funghi, batteri, metalli pesanti. A far preoccupare è inoltre la tendenza all’“autotrattamento” che, soprattutto con gli acquisti online, portaa fare a meno del parere medico.
Farmaci contraffatti e attività di contrasto
Di particolare rilevanza è stata l’operazione “Shield”, coordinata dall’Europol in collaborazione con 19 Stati membri dell’Unione europea. L’operazione, iniziata nei primi mesi del 2020, si è tradotta con l’arresto di 660 persone e con l’oscuramento di 453 siti Web, nonché al sequestro di medicinali e dispositivi medici per un valore di 25 milioni di euro. Solo in Italia, nell’ambito della stessa operazione i NAS dei Carabinieri hanno sequestrato 62mila confezioni di farmaci e 1,5 milioni di unità tra compresse, fiale e polveri da lavorare. Il commercio illegale in Rete non ha risparmiato nemmeno la precedente campagna vaccinale. Al riguardo, nell’aprile del 2021, la Guardia di Finanza aveva individuato e bloccato un giro di vendite di vaccini che coinvolgeva 4.000 iscritti. A maggio dello scorso anno è stata portata a termine anche la quattordicesima edizione dell’operazione “Pangea”, che ogni anno vede le Forze di polizia di diversi paesi coordinarsi a livello internazionale per contrastare il fenomeno della contraffazione. L’operazione, conclusa il 25 maggio, ha interessato 55 paesi; le attività di controllo sono state effettuate presso i maggiori hub aeroportuali dei corrieri e delle poste, in ragione dell’elevato numero di spedizioni che interessano i prodotti contraffatti, la maggior parte dei quali provenienti dalla Cina.