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Farmaci online, consumatori confusi da una pubblicità su due

4 Luglio 2024

I consumatori di Italia e Spagna riescono a capire solo nel 53% dei casi se l’annuncio che riguarda la vendita online di un farmaco è lecita o no. A rivelarlo l’indagine condotta nell’ambito del progetto Capsule dal Centro di ricerca Transcrime dell’università Cattolica del Sacro Cuore con il supporto dell’Ufficio qualità dei prodotti e contrasto al crimine farmaceutico dell’Aifa e il contributo del Center for anti-counterfeiting and product protection della Michigan State University. Obiettivo della ricerca, indagare quale livello di consapevolezza hanno i consumatori riguardo al rischio di acquistare online farmaci falsificati o sotto gli standard (Sfm).

Lo studio, condotto nel gennaio 2024, ha coinvolto un campione rappresentativo di navigatori italiani e spagnoli consapevoli della possibilità di acquistare farmaci online. Nel corso dell’indagine è stata sottoposta agli intervistati una combinazione di annunci leciti e illeciti di farmaci: i consumatori hanno correttamente classificato gli annunci legittimi il 63% delle volte, hanno fatto invece più fatica a identificare gli annunci illeciti (solo il 43% delle volte in Italia e il 42% in Spagna). I fattori che maggiormente influenzano la valutazione dei rispondenti sono l’assenza di un’etichetta di certificazione del ministero della Salute, l’assenza della descrizione del farmaco o la presenza di errori nella descrizione.

I risultati dello studio, in particolare, evidenziano la necessità di campagne di sensibilizzazione mirate per diverse fasce demografiche e differenti tipi di consumatori: se i partecipanti più anziani hanno mostrato una minore capacità di riconoscere annunci illeciti, i giovani hanno manifestato minore fiducia nei farmacisti e nei medici e una maggiore propensione ad affidarsi a Internet per ricercare informazioni sanitarie.

L’analisi della percezione e del comportamento degli intervistati ha inoltre rivelato che la maggioranza degli intervistati è consapevole che nei due paesi la vendita di farmaci online è legale quando si limita ai medicinali senza prescrizione medica (73% in Italia e 66% in Spagna). Solo un terzo dei due campioni, tuttavia, ha distinto correttamente tra integratori alimentari e medicinali, mentre più della metà degli intervistati (58% in Italia, 52% in Spagna) si affida a Internet per reperire informazioni di natura medica e circa il 40% ricerca online soluzioni mediche specifiche o trattamenti alternativi.

L’Italia mostra rispetto alla Spagna un tasso più elevato di acquisti online di medicinali (69% vs 52%). La maggior parte degli italiani (85%) e degli spagnoli (75%) ha dichiarato di essersi imbattuto in almeno un annuncio online che riguardava farmaci. Il confronto con una precedente indagine condotta nel 2015-2016 da Aifa e università La Sapienza di Roma ha evidenziato un aumento significativo degli acquisti di medicinali online in entrambi i Paesi. I siti web rappresentano i principali canali sia per la promozione di farmaci online che per gli acquisti. I social media emergono invece come canale importante solo per la diffusione degli annunci. In Italia, la maggioranza degli acquisti online ha riguardato farmaci per l’influenza, seguiti da farmaci per i dolori cronici e la cura del colesterolo. In Spagna, i consumatori hanno acquistato principalmente prodotti per aumentare le prestazioni (sportive o di concentrazione) e per la perdita di peso.

«Considerato l’aumento degli acquisti di farmaci online» osserva Marco Dugato, ricercatore di Transcrime «i risultati del progetto Capsule e, in particolare, le difficoltà dei consumatori nell’identificare gli annunci illeciti sottolineano, da un lato, l’importanza di campagne di sensibilizzazione mirate e, dall’altro, la necessità di un maggiore controllo sulla legittimità degli annunci e dei canali di vendita al fine di ridurre il rischio di diffusione di farmaci substandard o contraffatti. Per far questo è necessario anche il supporto costante del mondo della ricerca per monitorare l’evoluzione del comportamento dei consumatori e delle dinamiche di mercato».

«Questa collaborazione con Transcrime dà continuità a un’attività sui farmaci online che Aifa porta avanti da quasi vent’anni» ricorda Domenico Di Giorgio, direttore dell’Ufficio qualità dei prodotti e contrasto al crimine farmaceutico dell’Agenzia «la capacità delle eccellenze nazionali di fare sistema in importanti iniziative internazionali, come Transcrime e Aifa avevano già fatto recentemente anche per il progetto Medi-Theft sui furti di medicinali, è una delle caratteristiche più efficienti dell’approccio italiano in questo ambito, e un elemento chiave nella definizione delle strategie di contrasto al crimine farmaceutico e alle altre distorsioni di questo mercato».