Ordini dei chimici e dei tecnici sanitari, medici ospedalieri dell’Anaao-Assomed, società scientifiche della Medicina di laboratorio riunite nella Fismelab, biologi ambulatoriali, specialisti radiologi. Sono le sigle e categorie che il 13 maggio convergeranno a Roma, all’Auditorium della Musica, per partecipare alla manifestazione lanciata dalla Fnob (la Federazione degli ordini dei biologi) contro la farmacia dei servizi e la «sottrazione di alcune specifiche prerogative professionali».
Non si tratta di uno sciopero oppure di una contestazione contro il governo, spiega in una nota il presidente della Fnob, Vincenzo D’Anna «quanto invece di mostrare, da un lato, la forza dei camici bianchi sul piano della mobilitazione e, dall’altro, la loro capacità di scongiurare l’accoglimento di scelte che, alla lunga, potrebbero rivelarsi lesive nei confronti di chi semplicemente invoca intangibilità e pari opportunità per il proprio “campo d’azione”».
Nel mirino della manifestazione, ovviamente, «la proposta di legge che implementa le attività nella cosiddetta farmacia dei servizi, laddove sembra che il legislatore intenda non solo consentire le determinazioni analitiche con il metodo Poct su sangue capillare ma anche trasformare il reperto in un vero e proprio referto, ossia in un’attestazione professionale a firma del farmacista».
Quest’ultima eventualità, ricordano i biologi, «contraddice le vigenti disposizioni che impediscono al farmacista la possibilità di fare diagnosi e prescrizioni diagnostiche. Il tutto senza che siano osservati gli stringenti requisiti posti a carico dei laboratori di analisi cliniche, a partire dalla manutenzione e dalla calibrazione delle apparecchiature, dai controlli di qualità in assenza di precisi limiti organizzativi, tecnologici e di personale abilitato».
Comprendiamo bene, prosegue la nota, che la farmacia dei servizi sia stata concepita per migliorare l’accessibilità a determinate prestazioni da parte dei cittadini, «ma tale impostazione contraddice clamorosamente la norma che ha imposto ai laboratori di analisi sotto soglia di efficienza, di doversi aggregare tra loro proprio in ossequio al rispetto della qualità delle prestazioni analitiche offerte all’utenza». In poche parole: mentre si inaspriscono le “regole” sul versante dei laboratori di analisi per migliorarne attendibilità ed organizzazione tecnico scientifica, si favorisce la diffusione di esami con oneri a carico del paziente del tutto privi di requisiti di garanzia se non quello che viene affermato nei “bugiardini” dei kit analitici Poct».