Nelle Regioni che lo hanno attivato, solo la metà circa dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta sta utilizzando effettivamente il Fascicolo sanitario elettronico. E’ quanto hanno riferito i rappresentanti dell’Agenzia per l’Italia digitale nell’audizione resa ieri davanti alla commissione parlamentare per la Semplificazione. Tema dell’intervento, l’accesso dei cittadini ai servizi erogati dal Servizio sanitario nazionale: per intensificare l’uso del Fse, hanno sostenuto i dirigenti dell’Agenzia, occorre coinvolgere più estesamente i medici di medicina generale e i pediatri, in modo che inseriscano le informazioni dei loro assistiti nel Fascicolo sanitario elettronico.
Sempre secondo Agid, è anche necessario aggiornare i sistemi informativi sanitari: «In parecchie Regioni» ha detto la delegazione pubblica «sono obsoleti tanto nell’hardware quanto nel software e non sempre la connessione in rete è sufficiente per scambiare informazioni fondamentali, perché si tratta di file molto pesanti». Gli standard sono utili perché consentiranno di utilizzare il Fascicolo sanitario «non solo come contenitore di documenti ma anche per estrarne i dati che potranno essere usati dal mondo della ricerca e dai professionisti sanitari per condurre analisi e studi».