E’ arrivato il momento che le Regioni comincino a “delocalizzare” gradualmente il baricentro della campagna covid, dai grandi hub a una rete di punti vaccinali più capillare e prossima ai cittadini. Lo ha detto ieri il commissario per l’emergenza covid, Francesco Paolo Figliuolo, in audizione ieri davanti alla commissione Bilancio della Camera. «La transizione da un modello centralizzato a un sistema di vaccinazioni delocalizzate» ha spiegato «consentirà di completare l’immunizzazione delle categorie più fragili e degli over 80».
Non è la prima volta che il generale invita le Regioni a incrementare la “potenza di fuoco” di farmacie e medici di famiglia, ma a frenare finora è stata la disponibilità dei vaccini J&J: nel Lazio, dove da ieri è cominciata la distribuzione ai farmacisti vaccinatori della seconda tranche di flaconi, le consegne rimangono ben al di sotto dei quantitativi originariamente previsti (50-100 dosi a settimana) e in diversi casi anche delle 25 dosi promesse 15 giorni fa. Intanto, nella piattaforma regionale Recup per le prenotazioni figurano ora anche i medici di famiglia, che gli assistiti possono scegliere per farsi vaccinare al pari delle farmacie.
Per quanto concerne le disponibilità, nell’audizione alla camera Figliuolo ha fornito qualche numero: tra marzo e aprile sono arrivate 19 milioni di dosi di Pfizer, 2,5 milioni di Moderna, 5,2 milioni di AstraZeneca e 1,6 milioni di Janssen (J&J). Per la fine di giugno, dovrebbero arrivare altre 54,7 milioni di dosi.
Per quanto concerne le coperture, invece, gli assistiti che hanno completato il ciclo vaccinale sono l’82,31% tra gli over 80, il 35,37% tra i 70-79enni e il 28,27% dei 60-69 enni. «Dall’inizio della campagna sono state effettuate oltre 38 milioni di somministrazioni e, dalla metà di maggio, il numero medio delle inoculazioni settimanali si è attestato a circa 3,5 milioni, in linea con i target prefissati».