Il Governo agisca già sulla prossima Finanziaria per varare «misure che accrescano, grazie a investimenti ad hoc, il ruolo della medicina generale nell’ambito del Servizio sanitario nazionale». E’ l’invito che la Fimmg, il sindacato più rappresentativo della mg con circa trentamila iscritti, ha rivolto giovedì al viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia, in un incontro a due sollecitato dagli stessi medici. «Ringrazio il viceministro per avere immediatamente risposto alla nostra richiesta» commenta Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione, in una nota diffusa ieri «questa apertura significa ampliare la discussione al di là dell’alveo del solo ministero della Salute, mostrando una lungimiranza politica che merita il nostro plauso perché parte dal presupposto che la salute, come è ormai dimostrato, produce ricchezza e quindi migliora il Pil».
Grazie all’incontro, prosegue il comunicato, «si è potuta raggiungere una prima intesa con il dicastero dell’Economia, in base alla quale Fimmg potrà presentare nei prossimi giorni le proprie proposte per individuare possibili strumenti in favore dei medici di famiglia, che riducano anche il carico di costi sul Fondo sanitario nazionale, per la necessaria evoluzione di un’assistenza territoriale centrata su questa figura professionale». In particolare, chiarisce Scotti, «meccanismi di decontribuzione e di defiscalizzazione mirati all’iniziativa professionale di un medico di famiglia che investe su se stesso e sulla qualificazione della proposta assistenziale per i propri pazienti. Riteniamo che il riconoscimento in Finanziaria di tali prerogative – spiega ancora Scotti – possa facilitare la creazione di equipe multiprofessionali grazie all’assunzione di personale e l’acquisizione di strumentazioni tecnologiche, così da rendere gli studi sempre più dei presidi di salute per i cittadini».
Introdurre nella Finanziaria strumenti di questo tipo, osserva ancora il segretario nazionale della Fimmg «risponde anche alle richieste che arrivano dai territori rurali e dispersi, dove una maggiore dotazione di strumentazioni tecnologiche dovrà portare avanti lo sviluppo della telemedicina in tutte le sue forme, dalla telediagnostica al teleconsulto, portando la sanità vicino a questi cittadini e non il contrario. Non sfuggirà a nessuno che la Fimmg vuole proporsi come un autorevole interlocutore su politiche che sviluppino un aumento dell’indotto legato al settore delle tecnologie per la salute e ai sistemi gestionali, senza sottovalutare il fatto che, con i giusti provvedimenti, i medici di famiglia potrebbero generare un numero considerevole di nuovi posti lavoro, circa 100mila in tutto il Paese». La farmacia dei servizi è avvisata.