La pre-intesa sulla medicina generale firmata da Sisac e sindacati dei mmg fa parte di «un piano di riorganizzazione e sviluppo della sanità territoriale che prevede una forte integrazione di tutti i settori della medicina convenzionata». Lo ha detto Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza Stato-Regioni e della Regione Emilia-Romagna, commentando l’accordo sottoscritto la settimana scorsa. «Accoglieremo anche in altri ambiti» ha proseguito «gli orientamenti delle organizzazioni di rappresentanza nella direzione di investimenti in personale di supporto e tecnologici. Ne va dello stesso aumento di produttività dei servizi sanitari pubblici, che è il nostro primario obiettivo». «Ora» ha aggiunto Sergio Venturi, presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità e assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna «partirà una maratona di incontri con i sindacati per chiudere il contratto prima della fine dell’anno».
E’ quanto auspicano anche i sindacati della mg, che per questo preferiscono tenere la guardia alta in attesa che tutti gli impegni vengano mantenuto. E’ il caso della Fimmg, che sabato ha optato (su voto dei delegati del consiglio nazionale) per il mantenimento dello stato di agitazione fino a nuovo ordine. A causa della crisi di governo, ricorda la mozione finale, «non esistono impegni governativi di investimento economico (riduzione iva, decontribuzione per il personale di studio, iperammortamento, strumenti da impresa 4.0) con cui sostenere lo sviluppo dei micro-team, in cui il medico di medicina generale trovi supporto per praticare diagnostica digitale e telemedicina nella gestione della presa in carico». Di conseguenza, viene mantenuto «lo stato di agitazione in atto» e si incarica il segretario nazionale, Silvestro Scotti (foto) «di gestire le azioni conseguenti in base all’evoluzione della situazione politico-sindacale».