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Generici, Scotti: poche le ricette “non sostituibili”, serve campagna educativa

26 Gennaio 2023

«Sulla promozione dei farmaci generici siamo disponibili a collaborare con tutti, ma il problema del ricorso limitato agli equivalenti non è legato alla prescrizione dei medici, dipende piuttosto da un fattore culturale che incide sulla scelta dei cittadini». Sono le parole con cui Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg, ha risposto a distanza al ministro della Salute, Orazio Schillaci, che la settimana scorsa nel question time alla Camera aveva manifestato l’intenzione di mettere in atto misure per «promuovere la prescrizione del principio attivo».

«Dal canto nostro ci impegniamo a orientare gli assistiti nel modo più adeguato» commenta Scotti «ma serve più informazione ai pazienti, attraverso campagne ad hoc. Siamo disponibili a un’operazione culturale che aiuti il paziente a orientarsi verso la scelta del farmaco equivalente». Nell’attuale sistema prescrittivo, continua il segretario della Fimmg, la prescrizione del medico arriva direttamente al farmacista. «I nostri sistemi gestionali per la ricetta elettronica prescrivono per principio attivo associandolo al prodotto che normalmente il paziente usa, marca di generico o brand. Questo perché in molti casi il paziente preferisce usare il prodotto con la stessa confezione, soprattutto nei casi in cui usa più farmaci, per evitare errori. Il medico può scrivere “non sostituibile” ma i dati dicono che la stragrande maggioranza delle ricette redatte dai medici non è bloccata».

Pertanto, al di là del consiglio del medico di famiglia, in ultima analisi è il paziente che sceglie se prendere il generico. La ricetta, inviata elettronicamente, normalmente non la vede nemmeno e quando va in farmacia gli viene chiesto se preferisce il brand (per il quale paga un sovrapprezzo) o il generico. Quindi, questo modello prescrittivo non ha influenza diretta sulla scelta dell’utente.

«Penso allora» conclude Scotti «che possa essere d’aiuto una campagna di comunicazione che coinvolga tutti – farmacisti, medici, ministero della Salute, Aifa per informare correttamente i cittadini sul valore del generico».