La campagna italiana per la vaccinazione contro covid si sta traducendo in un «sostanziale fallimento», con tassi di copertura che ci collocano davanti soltanto ai Paesi dell’est Europa. È quanto scrive la Fondazione Gimbe nel report, diffuso ieri, che traccia un bilancio della stagione vaccinale 2023/2024 a circa quattro mesi dal via.
A dare l’occasione, il rapporto pubblicato il 26 gennaio dall’Ecdc (European centre for disease prevention and control) che valutare la copertura vaccinale per covid tra gli europei over 60. Sui trenta associati, sei non hanno fornito dati e tra questi c’è l’Italia (gli altri sono Austria, Croazia, Germania, Lettonia e Svezia). Per il nostro Paese ha provveduto allora la Fondazione Gimbe a fornire un prospetto, con un’analisi indipendente basata sui dati ufficiali del ministero della Salute.
«Le coperture raggiunte in Italia per tutte le fasce over 60» commenta il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta «documentano un sostanziale fallimento della campagna nazionale. I tassi di copertura del 5,7% per la fascia 60-69 anni, dell’11% per la fascia 70-79 anni e del 14,4% per gli over 80 ci collocano solo davanti ai paesi dell’Europa dell’Est (eccetto la Repubblica Ceca che ci precede in tutte le fasce d’età e l’Estonia per i 60-69 e i 70-79 anni), a Grecia, Malta, Liechtenstein e, solo per gli over 80, Cipro. Siamo molto lontani dai risultati raggiunti nei paesi dell’Europa settentrionale, ma anche da Spagna, Portogallo e Francia: paesi dove le coperture per le tre fasce di età documentano campagne vaccinali efficaci per tutti gli over 60, con percentuali di copertura crescenti con la fascia di età».
In particolare, nella fascia 69-69 anni la copertura nazionale del 5,7% colloca l’Italia al 14° posto (guida la Danimarca con il 43,5%); nella fascia 70-79 anni, con una copertura nazionale dell’11%, l’Italia è 15° (in testa sempre la Danimarca con l’80,4%); tra gli over 80 l’Italia raggiunge una copertura del 14,4%, che le vale ancora il 14° posto nella classifica dell’Ecdc (Danimarca 88,2%).
A livello regionale, continua l’analisi del Gimbe, «le coperture vaccinali ripropongono la “frattura strutturale” Nord-Sud che caratterizza il nostro Servizio sanitario nazionale: le Regioni meridionali figurano tutte nella parte bassa delle classifiche per fasce, con coperture vaccinali simili a quelle dei Paesi dell’Europa orientale. E i valori della Toscana, che raggiunge le percentuali più elevate di copertura vaccinale nelle tre fasce di età (rispettivamente 11%, 21,4% e 26,3%), rimangono molto lontani da quelli dei Paesi del Nord Europa».
Quanto alle cause del «flop», il Gimbe cita la “stanchezza vaccinale”, la continua disinformazione sull’efficacia e sicurezza dei vaccini, i problemi logistico-organizzativi, l’insufficiente e tardivo coinvolgimento di farmacie e medici di famiglia, la mancata chiamata attiva dei pazienti a rischio, le criticità tecniche nei portali web di prenotazione. Ma soprattutto, «le Istituzioni centrali hanno parlato poco e “a bassa voce” della campagna vaccinale, peraltro disturbata dal rumore di fondo di quei politici che hanno alimentato la sfiducia nei vaccini per non perdere il consenso della frangia no-vax».