La direttiva europea 2001/83/Ce, recepita in Italia con il d.lgs 219/2006, consente la cessione gratuita di campioni farmaceutici soltanto ai medici e non ai farmacisti. E’ il parere espresso dall’avvocato generale della Corte di giustizia europea Giovanni Pitruzzella (fino al settembre scorso presidente dell’Antitrust italiana) nell’udienza del 30 gennaio scorso sulla causa (C-786/18) sorta in Germania tra Novartis Consumer Health e Ratiopharm.
Il contenzioso esplode nel 2013, quando l’azienda genericista distribuisce gratuitamente ai farmacisti campioni da 100g del suo gel antidolorifico a base di diclofenac. Novartis non gradisce perché ritiene che la legge tedesca, ispirata alla direttiva europea 2001/83/Ce come in Italia accade con il d.lgs 219/2006, non lo consente. E configura di fatto una forma di pubblicità illegittima e vietata.
La multinazionale svizzera ricorre quindi alla giustizia tedesca e si vede dare ragione per due volte, quindi la causa arriva alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Il parere di Pitruzzella si colloca nell’ambito di tale procedimento e rappresenta l’atto che precede la sentenza finale dei giudici, spesso ricalcata sulle indicazioni dell’avvocato generale.
Pitruzzella, come detto, conferma l’orientamento della giustizia tedesca: l’articolo 96 della 2001/83 consente la consegna di campioni gratuiti soltanto agli operatori autorizzati a prescrivere e alle condizioni specificate dalla direttiva. Gli Stati membri possono adottare disposizioni ulteriori, ma soltanto in senso ulteriormente limitativo rispetto alla fornitura.
Per l’avvocato generale, in sostanza, i campioni farmaceutici sono uno strumento pubblicitario ammissibile soltanto quando diretti ai medici. E’ vero, ammette Pitruzzella, che i farmacisti possono avere le stesse esigenze di informazione, tuttavia la legge vieta espressamente la distribuzione di campioni gratuiti al pubblico a fini promozionali e l’esclusione dei farmacisti riduce il rischio che tale divieto venga eluso.
Nel caso in esame, ha detto ancora l’avvocato generale, Ratiopharm ha giustificato la distribuzione di campioni omaggio con il fatto che il gel era stato modificato nella formulazione per venire incontro alle richieste dei farmacisti (che avevano criticato consistenza e odore della versione precedente); con quelle confezioni omaggio, ha spiegato l’azienda, si voleva consentire alle farmacie di testare il nuovo prodotto. E’ utopistico se non pericoloso, osserva però Pitruzzella, presumere che ogni farmacista possa sottoporre personalmente a test tutti i medicinali che offre. E’ invece ragionevole pensare che i campioni omaggio servano ai medici per familiarizzare con le innovazioni di mercato, dato che questi professionisti non hanno contatto diretto con i medicinali che prescrivono.
Ora non resta che attendere la sentenza della Corte di giustizia.