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Governance del farmaco, su generici e spesa convergenza Ministro-Regioni

21 Giugno 2018

Ora non ci sono più dubbi: in materia di governance farmaceutica, matura di giorno in giorno una convergenza tra Regioni e ministero della Salute che tende a farsi saldatura e che con i governi precedenti non s’era mai vista. Una convergenza che ieri, con l’incontro tra il ministro Giulia Grillo e gli assessori regionali alla Sanità, guidati dal piemontese Antonio Saitta, ha registrato un ulteriore progresso. Un progresso asimmetrico però, perché l’impressione è che i due interlocutori non stiano muovendosi incontro reciprocamente, ma sia il Ministero ad andare verso le Regioni. Almeno in tema di spesa farmaceutica: uscendo dall’incontro, Giulia Grillo ha detto alla stampa che ci sono «molti strumenti da utilizzare appieno, come il “prezzo/volume”, una misura strutturale importantissima che ci può aiutare nel governare la spesa ospedaliera». Non è una proposta fresca di stampa: le Regioni la misero nero su bianco due anni fa, in un documento da portare al tavolo sulla governance farmaceutica dell’allora sottosegretario De Vincenti: per sterilizzare fenomeni come le combo therapy (gli schemi terapeutici «che associano più farmaci ad alto costo») o la “cronicizzazione” di alcuni trattamenti, proponevano gli assessori regionali alla Sanità, va introdotta una nuova procedura di negoziazione prezzo/volume, in cui il prezzo cala all’aumentare dei pazienti in cura.

Non è un caso che al termine dell’incontro il Ministro abbia fatto riferimento a quella misura. Nella riunione, infatti, le Regioni hanno riproposto integralmente il documento del 2016, che il precedente governo aveva dirottato su un binario morto. E nel quale, guarda caso, rispunta l’idea delle gare regionali per equivalenza terapeutica, basate cioè su principi attivi diversi. «Solo il 10-15 % della spesa per l’acquisto diretto dei farmaci avviene in regime di concorrenza» scrivevano allora le Regioni. Che sempre in tema di concorrenza proponevano anche la revisione dei registri Aifa, l’elaborazione di un concetto più severo di innovazione terapeutica (per limitare i benefici di prezzo riconosciuti agli innovativi) e la piena intercambiabilità tra biosimilari e originator.

La filosofia, in sintesi, era quella di accrescere la concorrenza sui prezzi tra le imprese, anche in tema di sostituibilità: tra le proposte regionali, infatti, spiccava anche l’introduzione di un tetto alla quota di rimborso che l’assistito deve pagare quando c’è una differenza di prezzo tra branded ed equivalente più economico, al fine di contenere la spesa privata. Ed è difficile che ieri il Ministro non abbia preso nota, visto che in mattinata, prima di incontrare gli Assessori, aveva detto ai giornalisti di voler fare qualcosa sui generici. «Siamo uno dei Paesi che in Europa usa di meno i farmaci generici, su questo dobbiamo lavorare perché credo esista un problema di corretta informazione. Invito tutti, i mmg – che peraltro già lo fanno – e i farmacisti, a proporre all’assistito l’alternativa generica».

Ma l’inedita alleanza che sembra germogliare tra Ministero e Regioni dovrebbe dare frutti anche sul fronte delle risorse. «Il ministero della Salute non sarà commissariato dal Mef» recita una nota diffusa dal Ministro nel pomeriggio «il mio impegno è di aumentare il Fondo sanitario nazionale per venire incontro alle esigenze delle Regioni e ai bisogni degli assistiti. E di farlo concretamente, senza con una mano prendere, e con l’altra togliere, come è avvenuto nella passata legislatura. Ma senza erogazioni a pioggia, chiudendo realmente i rubinetti delle inefficienze e arrestando la spesa improduttiva e gli sprechi». Sono impegni che potrebbero vedere la luce nel nuovo Patto per la salute, ma c’è il rischio che le risorse aggiuntive che eventualmente si troveranno vengano assorbite dalle priorità indicate dal Ministero, ossia liste d’attesa e rinnovo degli organici della medicina specialistica. E allora, gare regionali per equivalenza terapeutica e sviluppo dei generici servirebbero a tenere negli argini la spesa farmaceutica senza costringere a cospicui ritocchi dei tetti. Si vedrà.