L’altro ieri, nella seduta straordinaria della Conferenza Stato-Regioni, il ministero della Salute aveva chiesto di destinare alle farmacie il 10% delle forniture commissionate dai servizi sanitari regionali, ma i governatori hanno risposto no perché il rimanente non avrebbe permesso di garantire i Lea. Lo ha rivelato ieri in consiglio regionale l’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, che ricopre anche l’incarico di coordinatore degli assessori alla Salute delle Regioni.
Nel suo intervento, sollecitato in apertura di seduta dal consigliere di opposizione Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Torino, Icardi ha comunque ricordato che la quota dell’1,5% messa a disposizione dalle Regioni può essere «implementata». Il Piemonte, in particolare, «ha già fatto richiesta di acquisire il cosiddetto “sesto quinto”, ovvero la fornitura aggiuntiva del 20 % che in ogni gara il venditore è tenuto ad assicurare in caso di necessità. E abbiamo chiesto al Governo e all’Aifa un impegno specifico sul fatto che le dosi siano effettivamente consegnate».
Inoltre, ha aggiunto l’assessore piemontese, «su richiesta della Lombardia, abbiamo sollecitato il Governo a sbloccare le dosi ferme in giro per il mondo. Il tutto a fronte dell’impegno di fornire il vaccino alle farmacie per il libero mercato. Se l’impegno sarà mantenuto, mi sento di dire che potremo fornire alle farmacie quanto chiedono».