L’Aifa revochi la nota del 26 maggio che ha sospeso la prescrizione off-label di clorochina e idrossiclorochina in ambito territoriale e ospedaliero, eccezion fatta per gli studi clinici autorizzati. E’ quanto chiedono 140 medici in una lettera inviata all’Aifa dopo l’improvviso dietrofront ufficializzato ieri dall’Oms, che ha riavviato le sperimentazioni sui trattamenti anti-covid con i due farmaci dopo averle sospese il 25 maggio. Il ripensamento discende dai dubbi che da qualche giorno hanno cominciato ad addensarsi sui due studi scientifici dai quali l’Oms aveva tratto la prima decisione.
I dati, in particolare, imputavano clorochina e idrossiclorochina forti profili di rischio, ma nei giorni scorsi la rivista britannica The Lancet, che il 22 maggio aveva pubblicato una delle due ricerche, ha sottoposto l’articolo a un nuovo audit che ha fatto emergere alcuni errori statistici. Come se non bastasse, l’altro ieri tre dei quattro autori dello studio hanno inviato alla rivista una lettera nella quale si dissociano dal lavoro e chiedono che venga ritirato.
Destino analogo per l’altro studio, pubblicato dal New England journal of medicine: pure in questo caso la rivista ha sottoposto l’articolo a rilettura e ne ha tratto diversi elementi di dubbio, rafforzati dal fatto che i dati clinici impiegati per l’analisi arrivano dalla stessa fonte della ricerca pubblicata dal Lancet.
L’Oms, come detto, ha raccolto evidenze sufficienti per fare dietrofront e riaprire velocemente il proprio programma clinico, che coinvolge 3.500 pazienti in 35 Stati. All’Aifa invece tutto tace per il momento, da cui la lettera dei 140 medici che recita: «Atteso il rilevante impatto che tale sospensione ha e potrebbe avere nella gestione dell’epidemia da Covid-19, alla luce dell’assenza di valide alternative terapeutiche, contestiamo la decisione adottata superficialmente e in contrasto con le preliminari evidenze scientifiche, tra cui i rilevanti dati provenienti dal territorio (Novara, Piacenza, Alessandria, Milano e Treviso)».