In Europa l’andamento della pandemia da covid continua a migliorare con ricoveri e decessi ai livelli più bassi degli ultimi 12 mesi. Ma non bisogna abbassare la guardia e va proseguita la campagna di richiami per le persone vulnerabili e gli over 65. Lo ha detto Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini dell’Ema, nel consueto briefing settimanale con la stampa: l’epidemia, ha ricordato, l’epidemia continua a incidere pesantemente «sui sistemi sanitari di tutta l’Unione europea».
Per quanto concerne l’andamento delle varianti, l’Ema conferma che Xbb.1.5 si sta «diffondendo molto rapidamente» e dovrebbe diventare maggioritario in Europa nelle prossime settimane, anche se al momento circola ancora a un livello basso: secondo l’ultimo rapporto dell’Ecdc, a fine gennaio la sottovariante rappresentava il 7,4% del sequenziamento, dietro a Bq.1 (42,6%), Ba.2.75 (22,9%) e Ba.5 (14,8%, ma i dati si basano sui sequenziamenti condotti in sette Paesi europei soltanto: Germania, Austria, Danimarca, Francia, Grecia, Italia e Lettonia).
È importante quindi, ha detto Cavaleri, tenere la guardia alta e non allentare le campagne vaccinali rivolte a fragili e anziani. In altre parole, Sars-CoV-2 deve restare sotto stretta sorveglianza, soprattutto perché «la circolazione del virus è ancora molto alta in oriente, in particolare in Cina e Giappone, con gravi conseguenze in termini di ricoveri e decessi». Probabilmente, ha ipotizzato il dirigente dell’Ema, «a causa di ridotti tassi di immunità, indotta dalle vaccinazioni o naturale».
Intanto ieri l’Istituto superiore di sanità ha comunicato i dati dell’ultimo monitoraggio sulla corciolazione delle varianti covid in Italia. Omicron, è il responso, mantiene una prevalenza attorno al 99,9%, con la sottovariante Ba.5 predominante ma in calo e una quota di ricombinanti omicron/omicron pari al 20,7%. Condotta in collaborazione con il ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, la ricerca ha visto come sempre la partecipazione di di 94 laboratori regionali e del Laboratorio di Sanità Militare, dai quali sono arrivati un totale di 903 campioni.
La sottovariante Ba.5, dicono i risultati, rimane predominante, con una prevalenza a livello nazionale pari al 66,1% (86,3% nell’indagine del 10 gennaio); in calo invece le sottovarianti Bq.1.n (56,7% vs 65%), con Bq.1.1 prevalente nel gruppo (34.2%).
Risulta al contrario in crescita l’incidenza di Xbb.1.5, discendente di Xbb che è ricombinante dei sottolignaggi omicron Bj.1 e Bm.1.1.1 (13,3% vs 1% dell’indagine precedente). Xbb.1.5 è in aumento in Europa e predominante negli Stati Uniti. Al momento non ci sono evidenze di una maggiore severità della malattia, risultano invece moderate evidenze di una più elevata immuno-evasività e trasmissibilità