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Indagine Nas in 390 presidi di guardia medica, irregolare uno su quattro

17 Febbraio 2021

Farmaci e dispositivi scaduti oppure mancanti, nonostante facciano parte della dotazione obbligatoria come l’adrenalina; accessi per disabili inesistenti; servizi igienici malfunzionanti o indistinti per operatori e utenti; inadeguatezza o totale assenza di sistemi di allarme e videosorveglianza per la protezione del personale. Sono alcune delle carenze accertate dai Nas in 99 dei 390 presidi di continuità assistenziale (guardia medica) ispezionati nel corso di un’indagine che ha interessato l’intero territorio nazionale dai grandi centri urbani ai piccoli comuni.

L’obiettivo era quello di valutare l’entità e la qualità sanitaria delle prestazioni offerte dalle Asl e verificare la sicurezza degli operatori sanitari. Risultato, in più di un presidio su quattro sono state riscontrate carenze strutturali e inadeguatezze igienico-sanitarie, tecnologiche e organizzative, che hanno portato alla denuncia di 19 persone e alla segnalazione di 85 alle autorità amministrative e sanitarie regionali.

Tra i casi segnalati, recita un comunicato diffuso dai Nas, figurano ambienti interessati da muffe e umidità, mancanza di vie di fuga, locali privi di accesso per persone disabili, servizi igienici non funzionanti o non distinti per operatori e utenti. Tra le carenze segnalate figurano anche l’assenza di sistemi di allarme, di videosorveglianza o del servizio di vigilanza, così come la mancanza di collegamenti alla centrale delle forze di polizia e di idonee di misure passive (porte blindate, inferriate alle finestre).

Eclatanti anche le 22 irregolarità contestate dai Nas in materia di prevenzione della pandemia, come l’assenza di protocolli operativie dispositivi di protezione individuale. In un presidio torinese della continuità assistenziale, mancavano del tutto il rilevamento della temperatura all’ingresso, i dosatori di gel igienizzante, i dpi e la sanificazione periodica degli ambienti; in più, i locali destinati al servizio erano promiscui con quelli di un’adiacente Rsa e sovraffollati, senza distanziamenti.

Per quanto concerne i farmaci scaduti, l’indagine ha portato al sequestro di circa 260 confezioni di medicinali, tra i quali quattro 4 bombole di ossigeno medicinale requisite a Catania perché scadute di validità e destinate all’impiego nelle apparecchiature d’emergenza a disposizione del presidio sanitario. Nel caso specifico, è stato denunciato il coordinatore-medico responsabile del servizio di continuità assistenziale.