Crescono i segnali che inducono a prevedere, per la prossima stagione autunnale, le stesse carenze di vaccini antinfluenzali osservate un anno fa. Basta una ricognizione nelle Regioni che hanno già lanciato i primi bandi per l’acquisto delle dosi da utilizzare nella campagna 2021-2022: le richieste stanno replicando i volumi del 2020, quando gli ordini piazzati dai governi regionali costrinsero le aziende produttrici a lasciare in gran parte insoddisfatta la domanda privata (e le farmacie). In Piemonte, per esempio, la gara d’appalto varata dalla Regione (anche per la Val d’Aosta) contempla la fornitura di poco più di 1,2 milioni di dosi, una cifra leggermente superiore al bisogno quantificato nella stagione 2020-2021 (1,1 milioni). E non è un bel segnale il fatto che al primo round la centrale acquisti sia riuscita ad acquistare soltanto 470mila dosi, cosa che obbligherà ad altre gare con altri prezzi.
Situazione non dissimile in Abruzzo: la prima gara d’appalto (indetta anche per il Molise) formulava un fabbisogno di poco più di 400mila dosi di antinfluenzale, esattamente lo stesso volume indicato nel 2020; il secondo lotto per 200mila unità di tetravalente inattivato split, tuttavia, non è stato assegnato perché la gara è andata deserta e quindi servirà un nuovo bando.
In Emilia Romagna invece i numeri sono addirittura in crescita: un anno fa la Regione aveva acquistato 1,2 milioni di dosi, il fabbisogno stimato per la prossima stagione influenzale invece ammonta a 1,6 milioni di vaccini; anche in questo caso, poi, le offerte alla prima gara non hanno coperto l’intera richiesta ma soltanto il 70% circa.
Può dire di avere ottenuto risultati migliori la Lombardia: a fronte di acquisti che l’anno scorso avevano raggiunto complessivamente i 2,2 milioni di dosi ma non senza difficoltà e dopo numerosi bandi, la Regione stavolta si è già assicurata per tempo una prima fornitura di quasi 1,2 milioni di dosi, con una prima gara nella quale sono stati aggiudicati tutti i lotti.