La stagione influenzale in corso dovrebbe raggiungere il proprio picco tra la prima e la seconda settimana di febbraio, ma di certo non arriveremo ai valori registrati un anno fa. E’ la stima che circola tra gli addetti ai lavori dopo la pubblicazione dell’ultimo bollettino di Influnet, la rete di sorveglianza coordinata dall’Istituto superiore di sanità con il sostegno del ministero della Salute: 571mila i casi stimati nella terza settimana di gennaio, che portano a 2.837.000 il totale delle persone colpite dall’inizio della stagione. Se ne ricava un tasso di incidenza pari a 9,4 casi per mille assistiti, ma nelle diverse fasce d’ età si riscontrano valori distanti tra loro: tra i bimbi di 0-4 anni l’incidenza arriva a 28,29 casi per mille assistiti, tra i 5-14enni scende a 12,98, tra i 15-64enni il tasso cala ancora a 8,76 e infine tra i 65enni o più si arriva a 3,97 casi per mille assistiti.

Fasce di età a parte, il trend è in netto aumento: nella seconda settimana di gennaio i casi stimati si aggiravano sui 442mila, nella prima i 335mila; nell’ultima e penultima settimana di dicembre, sono stati valutati 260mila e 226mila casi rispettivamente. Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania e Sicilia sono le regioni maggiormente colpite, ma i valori rimangono comunque nettamente inferiori a quelli della stagione scorsa, con circa due milioni di casi in meno rispetto al 2017-2018.