Il ministero della Salute adotterà «una specifica avvertenza» da stampare sulle etichette degli integratori a base di estratti e preparati di curcuma longa o di curcuma in polvere, per «sconsigliarne l’uso ai pazienti con alterazioni della funzione epato-biliare o con calcolosi delle vie biliari» e, in caso di concomitante assunzione di farmaci, per invitare a «sentire il parere del medico». E’ la decisione assunta dal dicastero al termine dell’indagine condotta su 22 casi di epatite colestatica registrati negli ultimi mesi e collegati al consumo di integratori a base di curcuma (per la maggior parte relativi a donne «che lo assumevano per un’indicazione, non scientificamente dimostrata, relativa a un effetto dimagrante»).
Secondo quanto appurato dal gruppo di esperti costituito dal Ministero e dalla Sezione dietetica e nutrizione del comitato tecnico per la nutrizione e la sanità animale, all’origine di tali eventi ci sarebbero «particolari condizioni di suscettibilità individuale, di alterazioni preesistenti, anche latenti, della funzione epato-biliare o anche la concomitante assunzione di farmaci». Le segnalazioni, dicono ancora le conclusioni dell’indagine, «hanno coinvolto preparati ed estratti di curcuma diversi tra di loro e si sono verificati dopo l’assunzione di dosi molto variabili di curcumina, anche se nella maggior parte dei casi il titolo di tale sostanza era elevato e spesso associato ad altri ingredienti volti ad aumentarne l’assorbimento».
Le analisi effettuate sui campioni dei prodotti correlati, in ogni caso, hanno escluso la presenza di contaminanti o di sostanze volontariamente aggiunte quali possibili cause del danno epatico. Inoltre, dall’esame dei dati della letteratura scientifica e dalle informazioni fornite dagli altri Stati membri, sono emerse segnalazioni di casi di epatiti acute ad impronta colestatica correlati all’uso di estratti di curcuma anche in altri Paesi. Per la curcuma in polvere invece, considerata la storia e le dimensioni del consumo come alimento, non sono emersi elementi per particolari raccomandazioni.
Di qui la decisione del Ministero di adottare specifiche avvertenze da apporre sulle confezioni degli integratori a base di curcuma, per avvertire dei rischi e consigliare un consulto con il medico curante. «La situazione» conclude una nota della Salute «continuerà a essere seguita in relazione all’emergere di eventuali nuovi elementi o dati scientifici da considerare al fine di tutelare la sicurezza dei consumatori».