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Istituto superiore di sanità: efficacia vaccini mrna inalterata dopo sette mesi

7 Ottobre 2021

Trascorsi sette mesi dalla somministrazione, l’efficacia contro covid dei vaccini tipo mrna rimane inalterata nella popolazione generale, ma si riduce in modo lieve in alcuni gruppi specifici. Lo rivela il quarto report del Gruppo di lavoro congiunto tra Istituto superiore di sanità e ministero della Salute sulla sorveglianza dei vaccini covid. L’indagine ha passato al vaglio i dati di più di 29 milioni di persone, vaccinate con almeno una dose, e l’efficacia è stata valutata mediante raffronto tra l’incidenza delle infezioni (sintomatiche e asintomatiche), i ricoveri e i decessi, dopo la seconda dose e nei 14 giorni successivi alla prima, considerati come «periodo di controllo»’.

«Nella popolazione generale» recita il comunicato dell’Istituto superiore di sanità che riassume le princpali evidenze «a sette mesi dalla seconda dose non si osserva una riduzione significativa dell’efficacia in termini di protezione dall’infezione (sintomatica o asintomatica), che rimane dell’89%. Anche contro il ricovero e il decesso la protezione resta elevata (96% e 99%) a sei mesi dalla seconda dose».

Nelle persone immunocompromesse, invece, «si osserva una riduzione dell’effetto protettivo verso l’infezione a partire da 28 giorni dopo la seconda dose. La stima, in questo caso, presenta una variabilità elevata dovuta in parte al ridotto numero di soggetti inclusi in questo, gruppo ma anche alla diversità delle patologie riscontrate in questa categoria».

Nelle persone con comorbidità, in particolare, il calo del rischio di infezione passa dal 75% dopo 28 giorni dalla seconda dose al 52% dopo circa sette mesi. Tra gli over 80 e i residenti nelle Rsa, l’efficacia si riduce leggermente ma resta sopra l’80%.

Un confronto tra i dati di gennaio-giugno 2021, quando a predominare era la variante alfa, e luglio-agosto, in cui prevaleva delta, emerge una riduzione dell’efficacia contro l’infezione dall’84,8% al 67,1% (anche se resta alta l’efficacia contro i ricoveri, 91,7% contro 88,7%).  «L’apparente riduzione di efficacia dei vaccini» ipotizza il report «potrebbe essere dovuta al tempo trascorso dalla vaccinazione e/o la una diminuita efficacia contro la variante delta. Potrebbero inoltre avere contribuito eventuali modifiche comportamentali a seguito del rilassamento delle altre misure preventive (uso di mascherine, distanziamento fisico)».