L’entrata in vigore delle norme del Dl 124/2019 collegato alla Manovra che hanno abbassato al 5% l’iva sui prodotti per la protezione dell’igiene femminile (purché compostabili o lavabili) e sulle coppette mestruali comporta un aggiornamento dei registratori di cassa delle farmacie. Lo ricorda una circolare diffusa ieri da Federfarma Milano: l’aliquota è una novità assoluta e secondo quanto riferiscono a FPress alcuni farmacisti titolari, l’indicazione che arriva da tecnici e case produttrici è di aprire un nuovo reparto sull’apparecchio. «Diversi colleghi però» spiega Dario Castelli, tesoriere di Federfarma Milano «raccontano che l’intervento si rivela spesso problematico, perché la macchina risulta ha già tutti i reparti impegnati».
Il problema sta emergendo soltanto in questi giorni e, dunque, va ancora capito in quanti stanno incontrando questo inconveniente tecnico e quali sono le soluzioni disponibili. Intanto, però, la nuova seccatura va ad aggiungersi alla sequela di traversie che negli ultimi mesi hanno messo a dura prova la pazienza dei farmacisti.
«Già gli ultimi sei mesi del 2019 sono stati turbolenti per le incombenze legate all’invio telematico dei corrispettivi, con i travagli noti a tutti causa i registratori introvabili e le vaghe richieste di chiarimento inoltrate all’ Agenzia delle Entrate» riassume Castelli «poi, da gennaio, l’estensione dell’invio alle farmacie con fatturato inferiore a 400mila euro, le incertezze sulla tracciabilità dei pagamenti per i servizi sanitari detraibili, l’obbligo di inserimento della modalità di pagamento sullo scontrino, e ora l’iva al 5% su alcuni prodotti di igiene intima, con le traversie di cui s’è detto. Questo è accanimento burocratico, e quello che più lascia attoniti è che i farmacisti titolari sembrano accettare senza reagire alla vaghezza delle notizie ufficiali fornite dal Sindacato nazionale».