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Kluge (Oms): eroici i professionisti della sanità italiana, urge proteggerli

27 Febbraio 2020

I professionisti della sanità italiana sono gli eroi che hanno consentito al paese di rispondere prontamente all’emergenza legata all’epidemia di coronavirus. Fronteggiano i rischi più elevati, hanno bisogno di dispositivi di protezione e di formazione per continuare a prestare assistenza ai loro pazienti. Lo ha detto Hans Kluge, direttore per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della Sanità, in una dichiarazione rilasciata al termine del summit di ieri a Roma con il ministro della Salute, Roberto Speranza, il commissario Ue alla Salute, Stella Kyriakides, e il direttore dell’Ecdc, Andrea Ammon.

«L’Italia sta affrontando un sfida impegnativa» ha ricordato Kluge «mi è stato assicurato che la popolazione è unita e sta facendo i suoi migliori sforzi per contenere e prevenire la trasmissione della malattia. Le autorità italiane stanno attuando misure che sono in linea con gli interventi attualmente in corso nel resto del Mondo e per farlo hanno dovuto prendere decisioni che mettono la salute davanti economia. Sono decisioni difficili, ma corrette».

Il commissario Ue Stella Kiriakidis, dal canto suo, ha rrivolto al ministro Speranza un ringrazimento per quanto fatto. «Avete adottato misure risolute, determinate e veloci per ridurre la minaccia di questo virus» ha detto «il virus ha mostrato tutta la sua capacità non solo di valicare i paesi, ma addirittura i continenti. Questa emergenza è una prova della capacità strategica di poter adottare misure di emergenza, di contenimento e di collaborazione». «I virus non hanno frontiere di nessuna natura e per questo occorre un grande coordinamento internazionale» ha ricordato infine il ministro Speranza «questa è stata la linea dell’Italia sin dall’inizio e abbiamo avuto momenti di scambio continuo con le principali istituzioni sanitarie internazionali. La loro presenza qui, il supporto e il sostegno pieno che l’Oms e l’Ecdc stanno dando alla nostra azione in queste ore, ci conforta e ci rende ancora di più determinati a continuare nel lavoro».