Non trova giustificazioni normative la circolare del ministero della Salute 3/2006 che circoscrive ai soli titolari di Aic la facoltà di chiedere l’autorizzazione alla pubblicità di un farmaco di automedicazione. E’ quanto osserva l’Antitrust nella segnalazione inviata una settimana fa al dicastero e pubblicata ieri sul Bollettino settimanale del Garante.
Secondo l’autorità per la concorrenza, dalla disposizione discendono «effetti restrittivi sul mercato della distribuzione – fisica e online – dei prodotti farmaceutici», per di più ingiustificati perché la restrizione dettata dal testo non trova corrispondenza nel d.lgs 219/2006 dal quale discende: all’articolo 118, infatti, il decreto legislativo stabilisce che «nessuna pubblicità di medicinali presso il pubblico può essere effettuata senza autorizzazione del ministero della Salute», ma – osserva l’Antitrust – «non prevede limitazioni alle categorie di soggetti legittimati a richiedere tale autorizzazione».
Ai sensi della norma, continua il Garante, qualsiasi operatore autorizzato alla vendita di farmaci senza obbligo di ricetta «risulta legittimato a richiedere al ministero della Salute l’autorizzazione a pubblicizzare i propri prodotti. E ciò indipendentemente dal fatto che si tratti di un produttore o di un distributore e, in tale secondo caso, se operi nella fase della vendita all’ingrosso o in quella della distribuzione al consumo».
L’articolo 10 della Circolare ministeriale 3/2006, in altri termini, «introduce una restrizione ingiustificata dei soggetti che potrebbero essere legittimamente autorizzati a pubblicizzare la propria attività e i propri prodotti, limitandone in tal modo gli strumenti disponibili per la competizione, a detrimento del complessivo grado di concorrenzialità dei mercati interessati». Al riguardo, la segnalazione ricorda di essere già intervenuta «in svariati precedenti interventi» per esprimere «il proprio orientamento contrario a previsioni normative e/o regolamentari che limitino la concorrenza tra farmacie».
L’Autorità, conclude la segnalazione, auspica quindi «che il Ministero tenga in adeguata considerazione le sue osservazioni, al fine di tutelare e promuovere nella maniera più efficace la concorrenza nei settori interessati, e invita a comunicare le determinazioni assunte al riguardo».