Lazio a parte, dove le farmacie hanno cominciato a dispensare il vaccino antinfluenzale alla cosiddetta popolazione attiva da un paio di settimane, è ormai quasi certo che le Regioni non riforniranno i farmacisti del territorio prima dell’inizio di novembre o anche più tardi. Sarà ancora “stagione” buona per farsi vaccinare? Secondo quanto scrive Mario Lizza, presidente della sezione abruzzese di Sisped (Società italiana di sanità pubblica e digitale), in una lettera pubblicata ieri da Quotidiano Sanità, la risposta è certamente sì. «La mia esperienza di medico igienista che ha promosso e organizzato per qualche decennio le campagne antinfluenzali nella propria Asl» spiega Lizza «dice che da sempre l’influenza stagionale arriva piuttosto in ritardo, quasi sempre nel periodo Natale-Capodanno o più spesso nei mesi successivi. Addirittura, in alcuni anni milioni di italiani sono stati costretti a letto nel mese di marzo».
Di conseguenza, vaccinare nel periodo natalizio non significa sprecare le dosi. «Fino all’ultimo inverno ho vaccinato alcuni familiari nel periodo natalizio e nessuno di loro si è mai ammalato» osserva ancora Lizza «farlo troppo presto significa correre il rischio che all’arrivo del virus la concentrazione di anticorpi nel sangue sia già in calo».
In sostanza, il messaggio che i farmacisti possono fare proprio utile e divulgare ai loro clienti è: «va bene vaccinarsi a ottobre ma è ancora meglio farlo a novembre e, in extremis anche a dicembre». Senza dimenticare, aggiunge in conclusione Lizza, che quest’anno l’influenza stagionale circolerà meno che in passato perché ci saranno più vaccinati (tra gli ultra60enni la copertura supererà quasi certamente la soglia dell’anno scorso, 54,6% degli aventi diritto) e le mascherine così come il distanziamento sociale faranno calare i contagi.