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Malattie cardiovascolari, rapporto Efpia sulla prevenzione

22 Marzo 2024

Nei prossimi dieci anni, più di un milione di eventi cardiovascolari fatali potrebbero essere evitati in Europa se almeno il 70% delle persone con pregressa malattia cardiovascolare controllasse meglio i fattori di rischio. Solo per l’Italia, un adeguato controllo dei valori del colesterolo Ldl, della pressione e dello zucchero nel sangue scongiurerebbe 150mila dcessi circa all’anno. I dati arrivano da un’analisi della London School of Economics and Political Science (Lse), che mette sotto la lente il killer numero uno in Europa, le malattie cardiovascolari (Cvd). Il rapporto, commissionato dall’Efpia (la Federazione europea delle industrie e delle associazioni farmaceutiche), analizza i risultati e le raccomandazioni per una migliore prevenzione secondaria per quanti soffrono già di malattie cardiovascolari.

Il documento, in particolare, stima che «nel nostro Paese, come altrove in Europa, c’è un’enorme opportunità per contrastare i fattori di rischio reversibili nelle persone affette da malattie cardiovascolari. Seguire gli obiettivi terapeutici e le raccomandazioni basate sull’evidenza scientifica può avere un impatto profondo sulla salute cardiovascolare della popolazione italiana. Abbiamo il potenziale per prevenire un numero significativo di eventi cardiovascolari fatali nei prossimi anni, attraverso uno sforzo verso la piena implementazione delle strategie di prevenzione e gestione delle Cvd».

«Questo richiede un impegno congiunto da parte dei decisori politici, dei professionisti sanitari e degli individui stessi» commenta in una nota Claudio Borghi, professore ordinario di Medicina interna alla facoltà di Medicina e chirurgia dell’università di Bologna «non possiamo trascurare questa sfida, né sottovalutare l’importanza di agire tempestivamente e in modo efficace. La prevenzione delle Cvd non è solo una responsabilità individuale, ma una necessità collettiva che richiede azione e impegno da parte di tutti».

Il rapporto analizza i dati di sette Paesi europei, tra i quali l’Italia. Le evidenze risultanti confermano che migliorare la prevenzione secondaria potrebbe scongiurare in un anno 67.170 eventi cardiovascolari, grazie a una migliore gestione dell’ipertensione, dell’iperlipidemia e del diabete. Nel giro dieci anni sopravviverebbero più di 120mila persone, grazie a una corretta gestione del controllo dello zucchero nel sangue, più di 20mila per quella del colesterolo Ldl e 3.500 per quella della pressione del sangue.

Le Cvd, inoltre, mettono sotto forte pressione i Sistemi sanitari europei: dei 282 miliardi di euro spesi per le malattie cardiovascolari nel 2021, 130 sono andati all’ospedalizzazione e altri 47 alla perdita di produttività dovuta a decessi prematuri, dato che il 65% dei decessi evitabili per malattie cardiovascolari si verifica nella popolazione in età lavorativa.

Dal rapporto di Lse ed Efpia, quindi, arrivano precise raccomandazioni per migliorare la prevenzione delle malattie cardiovascolari secondarie e quindi ridurre il rischio di infarti e ictus:

– utilizzare meglio le Linee Guida scientifiche e incrementare i finanziamenti;

– garantire l’accesso all’assistenza sanitaria correlata alle malattie cardiovascolari, riducendo le disuguaglianze nella prevenzione e nel trattamento delle malattie cardiovascolari in tutta l’Ue;

– garantire che tutti gli Stati membri seguano Linee guida standardizzate in modo che i pazienti siano in grado di monitorare la pressione sanguigna, il colesterolo e il glucosio;

– rendere disponibili ambienti accessibili e standardizzati alle persone a rischio, per garantire loro una diagnosi precoce delle malattie cardiovascolari e un intervento efficace;

– migliorare la raccolta dei dati in tutta l’Ue per consentire stime più accurate sulla prevenzione secondaria ottimizzata e sul calcolo dei costi-benefici;

– adottare incentivi (per esempio indicatori di performance e schemi pay-per-performance) per aumentare la percentuale di pazienti che raggiungono gli obiettivi.