Resta fermo a un miliardo l’incremento sull’anno corrente dello stanziamento di cui beneficerà il Ssn nel 2019. Mille milioni che, a meno di sorprese, dovrebbero andare a coprire quasi interamente i rinnovi contrattuali del comparto sanitario, lasciando quindi con le stesse cifre che hanno ricevuto quest’anno le altre voci di spesa: Livelli essenziali di assistenza, spesa farmaceutica e via di seguito. Questo almeno è il quadro che emerge dall’ultima bozza della Legge di Bilancio, sfornata dal Consiglio dei ministri con l’obiettivo di inviarla già domani alle Camere. Il testo riserva alla Sanità buone notizie che però si concretizzeranno soltanto dal 2020: il Fondo sanitario per il 2019 resta fermo ai 114,4 miliardi già programmati dall’ultima Manovra del passato governo (uno in più sull’anno corrente), per poi aumentare più generosamente di due miliardi nel 2020 e di un ulteriore miliardo e mezzo nel 2021.
Slittano invece al nuovo anno gli interventi su ticket e personale (nel senso di incremento degli organici) che in un primo momento avrebbero dovuto trovare posto nella Manovra. Se ne parlerà nel prossimo Patto per la Salute 2019-2021, che Governo e Regioni – dice la Legge di Bilancio – dovranno stipulare entro la fine del prossimo gennaio. Gli oneri economici che ne deriveranno, dunque, saranno un grattacapo da affrontare nella Manovra 2020, cosa che dovrebbe permettere di destinare gran parte del miliardo di aumento per il 2019 ai rinnovi dei contratti del comparto sanitario, come voleva il ministero delle Finanze. Si dovrebbero salvare soltanto i medici di famiglia, ai quali la Legge di Bilancio destina 10 milioni di euro per incrementare le borse di studio dei corsi di formazione in mg, e i medici con contratti di formazione specialistica, ai quali vanno 22,5 milioni in più sulla dotazione di quest’anno.
Il nuovo Patto per la Salute, dice ancora la bozza della Manovra messa a punto dal governo, dovrà «contemplare misure di programmazione e di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi erogati e di efficientamento dei costi», dirette tra l’altro alla «riorganizzazione delle reti strutturali dell’offerta ospedaliera e dell’assistenza territoriale, con particolare riferimento alla cronicità e alle liste d’attesa», così come «l’implementazione di infrastrutture e modelli organizzativi finalizzati alla realizzazione del sistema di interconnessione dei sistemi informativi del snersi livelli assistenziali del territorio nazionale tenendo conto delle infrastrutture già disponibili nell’ambito del sistema Tessera sanitaria e del Fascicolo sanitario elettronico».