Dopo le passate delusioni, convergono ora sulla Manovra per il 2021, attualmente all’esame della commissione Bilancio della Camera, i tentativi dei farmacisti titolari perché la vaccinazione in farmacia riesca finalmente a passare. Le speranze, in particolare, sono affidate all’emendamento 80.028 (prima firma Marcello. Gemmato, FdI) che autorizza la partecipazione delle farmacie pubbliche e private convenzionate ai programmi vaccinali del Ssn.
«I farmacisti» recita in particolare la proposta «sono autorizzati a esercitare l’attività professionale di inoculazione dei vaccini anti SARS-COV-2, nonché di altre tipologie di vaccini, subordinatamente al conseguimento di una certificazione di abilitazione all’esercizio della predetta attività professionale». Specifiche e modalità di conseguimento di tale abilitazione sono definite tramite decreto del ministero della Salute, «previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni e sentite le associazioni sindacali maggiormente rappresentative delle farmacie convenzionate pubbliche e private nonché l’Ordine dei farmacisti italiani». Lo stesso decreto indica anche «l’elenco dei vaccini inoculati dai farmacisti agli assistiti» nonché «i requisiti strutturali, tecnologici e igienico-sanitari dei locali delle farmacie». I vaccini di cui all’elenco ministeriale, prosegue l’emendamento, «possono essere distribuiti agli assistiti anche in regime di distribuzione per conto» e la copertura economica prevista ammonta a 10 milioni di euro.
L’emendamento Gemmato è una delle 874 proposte di modifica alla Manovra sopravvissute alla scrematura (sulle oltre settemila iniziali) condotta tra mercoledì e giovedì dalla commissione Bilancio. Si tratta, in sostanza, degli emendamenti “raccomandati” dai gruppi politici per l’esame da parte della Commissione stessa, in modo da abbreviare l’iter secondo una prassi ormai consolidati.
In questo elenco figurano altri due emendamenti di diretto interesse per le farmacie: il 75.020 (prima Firma Mandelli, Fi) che autorizza l’esecuzione di test anticorpali e tamponi antigenici «nelle farmacie aperte al pubblico dotate di spazi idonei sotto il profilo igienico sanitario e atti a garantire la tutela della privacy», e l’emendamento 80.09 (prima firma ancora Gemmato) che istituisce un «Fondo per interventi di sostegno alle farmacie rurali» con una dotazione pari a 50 milioni di euro all’anno per il 2021, 2022 e 2023. I contributi, specifica la proposta, sono erogati sulla base della popolazione residente nella località in cui opera la farmacia, della distanza intercorrente tra la località in cui ha sede la farmacia e il capoluogo di provincia, del fatturato complessivo annuale al netto dell’iva e del numero di turni di notte effettuati in un anno.