Resta in vita soltanto per pochi giorni l’emendamento alla Manovra 2019 del pentastellato Matteo Dall’Osso che proponeva l’abolizione dell’Enpaf, l’ente di previdenza dei farmacisti. La proposta di modifica, infatti, è nell’elenco degli emendamenti bocciati ieri dalla commissione Bilancio della Camera per «estraneità della materia», ossia perché non hanno attinenza con la legge finanziaria, oppure per mancanza di copertura economica. Tirerà un sospiro di sollievo l’Enpaf, che ieri in una nota aveva definito l’iniziativa di Dall’Osso «una provocazione», perché la proposta non dà alcuna indicazione su «chi pagherebbe le pensioni dei farmacisti, chi dovrebbe incassare i contributi versati e che fine farebbe il patrimonio dell’Ente».
Fanno la stessa fine dell’emendamento Dall’Osso tre proposte di modifica all’articolo 40 (prima firmataria Michela Rostan, Leu) che avrebbero consentito agli esercizi di vicinato di erogare servizi di autocontrollo, Cup e prodotti dell’integrativa, così come cinque emendamenti all’articolo 41 (promotore Gianfranco Rotondi, Forza Italia), dirette a rimuovere l’incompatibilità tra la carica di titolare, gestore provvisorio, direttore o collaboratore di farmacia con quella di socio di mero capitale nelle catene. Stesso discorso per la proposta 41.01 (Albrecht Plangger, Misto) che avrebbe escluso il dispensario dal calcolo del fatturato Ssn a beneficio delle farmacie rurali.
Proseguono invece il loro cammino un’altra decina di emendamenti alla Manovra 2019 che riguardano direttamente la farmacia. In particolare, si possono citare la proposta 39.12 (primo firmatario Marcello Gemmato ,Fdi) diretta a costituire un fondo di 20 milioni di euro per «la progettazione e attuazione di un sistema che consenta alle farmacie private convenzionate di fornire supporto logistico al centro unico di prenotazione»; l’emendamento 40.63 (Sara Moretto, Pd) che apre ai medici di famiglia la prescrizione di «terapie innovative e di comprovata efficacia e sicurezza, come le terapie orali a beneficio di pazienti affetti da diabete di tipo 2»; la proposta 41.02 (Beatrice Lorenzin, Misto) che incrementa l’accise sui tabacchi per finanziare il fondo sui farmaci innovativi; gli emendamenti 55.4 e 90.03 (Laura Tomasi, Lega, e Giuseppina Versace, Fi) che inseriscono i farmaci di fascia C nelle spese sanitarie e mediche coperte dal fondo per le vittime di reati violenti intenzionali; la proposta 2.05 che armonizza l’aliquota iva degli integratori alimentari a uso veterinario e dei prodotti farmaceutici per uso veterinario da banco; infine gli emendamenti 14.034 e 14.036 che escludono dall’iva agevolata al 10% i prodotti fitosanitari e inseriscono invece «farmaci e prodotti farmaceutici veterinari da banco e antiparassitari per animali da compagnia non detenuti a scopo di lucro» nella fascia con iva al 2%.
Oggi, sempre in commissione Bilancio, i gruppi dovrebbero indicare i cosiddetti emendamenti “segnalati”, ossia quelli che imboccheranno una corsia preferenziale nell’iter della Manovra.