I tre miliardi in più che nel 2024 andranno ad aggiungersi al Fondo sanitario nazionale rischiano di essere assorbiti per l’80% dai rinnovi contrattuali del personale sanitario e, dunque, rimarrà ben poco «per coprire i costi di tutte le misure previste dalla Manovra». L’allarme arriva dalla Fondazione Gimbe, che in un report ha analizzato le cifre che nella bozza di Manovra per il 2024 licenziata dal Governo riguardano la sanità. E le conclusioni non sono positive per le farmacie, perché c’è il rischio che di quei tre miliardi alla fine rimarrà nel piatto ben poco per incrementare il budget della spesa farmaceutica e attenuare quindi il taglio al tetto della convenzionata.
Il Fondo sanitario nazionale (Fsn), scrive in particolare il Gimbe, viene incrementato di 3 miliardi di euro per il 2024, 4 miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi per il 2026. Di conseguenza il Fsn sale a 134 miliardi per il 2024, 135,3 miliardi per il 2025 e 135,5 miliardi per il 2026. «Tuttavia, 2,4 miliardi dovrebbero essere destinati ai rinnovi contrattuali 2022-2024 del personale dipendente e convenzionato, lasciando ben poche risorse per le altre priorità». In altri termini, i tetti della spesa farmaceutica convenzionata (abbassato dalla Manovra al 6,7%) e quello degli acquisti diretti (alzato all’8,6%) potrebbero essere determinati non sui 134 miliardi di cui sopra, ma su una cifra inferiore di circa due miliardi e mezzo.
«Dalla bozza della Manovra» scrive il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta «emergono più ombre che luci per la sanità pubblica. Accanto al doveroso riconoscimento economico al personale sanitario che si concretizza con i rinnovi contrattuali 2022-2024, la Manovra non lascia affatto intravedere un rilancio progressivo del finanziamento pubblico del Ssn, né interventi in grado di ottimizzare la spesa sanitaria». Ne consegue, è la conclusione, che «l’aumento del Fsn disposto dalla Legge di Bilancio 2024 sostanzialmente conferma le stime della Nota di aggiornamento del Def 2023 sulla spesa sanitaria, che per il triennio 2024-2026 prevedevano una progressiva riduzione del rapporto spesa sanitaria/Pil».