Nella Manovra che dall’altro ieri è all’esame dell’aula del Senato (dopo il via libera della commissione di Bilancio) non ci sono più iper e super ammortamento, le due agevolazioni particolarmente apprezzate dai farmacisti titolari (e non solo loro). Nonostante l’intenzione originaria fosse quella di replicarle anche nel 2020, la maggioranza ha riscritto a sorpresa e sul filo di lana l’articolo 22 con un emendamento che al posto dei due ammortamenti introduce un nuovo credito d’imposta a intensità variabile, a seconda della tipologia di investimenti: 40% o 20% del costo, in base all’importo, per gli investimenti materiali “Industria 4.0”; 15% del costo per gli investimenti in servizi e software digitali; 6% per gli investimenti in beni diversi dai precedenti.
Secondo le prime valutazioni degli esperti, nel cambio le farmacie rischiano di perderci. Nella sua newsletter di ieri, per esempio, lo Studio Sediva propone un paio di confronti tra vecchie e nuove agevolazioni, nei quali la farmacia “perderebbe” tra i 25mila e i 7mila euro di benefici.
«Purtroppo» avverte ancora lo studio associato «ci sono altri aspetti della nuova agevolazione che ne amplificano l’effetto peggiorativo»: tra questi, l’esclusione dalla compensazione dei contributi previdenziali e assistenziali; l’utilizzabilità del credito soltanto in cinque quote annuali e previa autorizzazione dell’all’Agenzia delle Entrate; abbassamento da 500mila a 150mila euro del tetto sugli investimenti per i quali si può ricorrere alla dichiarazione sostitutiva del titolare dell’impresa.
In attesa delle valutazioni di altri esperti, merita di essere segnalato anche un altro emendamento alla Manovra, riguardante la notissima norma che assegna 235 milioni di euro per l’acquisto di attrezzature diagnostiche destinate ai medici di famiglia: la nuova misura approvata dalla commissione Bilancio, in sintesi, estende il finanziamento anche ai pediatri di libera scelta e demanda al decreto attuativo della Salute il compito di individuare «le attività assistenziali all’interno dei quali verranno utilizzati i dispositivi medici (acquistati, ndr), privilegiando ambiti relativi alla fragilità e alla cronicità, anche prevedendo l’utilizzo di strumenti di telemedicina finalizzati alla second opinion». Inoltre, sempre con il medesimo stanziamento, le Regioni dovranno dotare mmg e pls «di un software gestionale clinico unico. In ogni caso tutte le informazioni sulla storia clinica dei pazienti raccolte nelle banche dati nelle disponibilità di tali tipologie di medici vengono conferite nei flussi informativi sanitari». L’aula del Senato dovrebbe votare la Manovra lunedì e il Governo ha già annunciato l’intenzione di porre la fiducia sul testo.