Sono oltre 4.500 gli emendamenti alla Manovra presentati ieri in commissione Bilancio del Senato dai gruppi parlamentari entro la scadenza delle 18: traquesti, oltre 900 dal Pd, 400 dal M5s e circa 230 da Italia Viva; la Lega, invece, ne ha presentati circa 900, Fratelli d’Italia 520, Forza Italia 1.060, il Gruppo Misto circa 240. Per avere contezza di tutte le proposte che direttamente o indirettamente riguardano le farmacie occorrerà attendere la fascicolazione degli emendamenti, che di solito viene completata nel giro di un giorno o due.
Intanto dalla presidenza della commissione Bilancio è arrivato nei giorni scorsi un promemoria che ricorda i criteri con cui verrà vagliata l’ammissibilità delle proposte di modifica presentate dai gruppi, il primo dei filtri che snelliscono l’iter della Manovra. «Saranno considerati inammissibili» scrive la presidenza «gli emendamenti alla parte normativa contenenti disposizioni che prevedono una modifica diretta dei programmi di spesa». Sono considerati inammissibili, inoltre, gli emendamenti che si limitano «a specificare i riflessi di natura contabile di nuove disposizioni dettate nella parte normativa, dato che «l’esplicitazione di tali riflessi, avendo valenza meramente tecnica, è rimessa al Governo attraverso l’elaborazione della Nota di variazioni».
«Gli emendamenti che comportano conseguenze finanziarie peggiorative dei saldi» continua il promemoria «debbono essere costruiti a doppia voce, la seconda costituita dalla copertura; la compensazione deve riguardare gli effetti sul saldo netto da finanziare (di competenza del bilancio dello Stato), sul saldo di cassa delle pubbliche amministrazioni e sull’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni». La compensazione deve riferirsi agli effetti dell’emendamento per tutta la loro durata e deve garantire mezzi di copertura almeno uguali all’onere.
La sezione della Legge di Bilancio che contiene le disposizioni normative, inoltre, «non deve in ogni caso contenere norme di delega, di carattere ordinamentale od organizzativo, né interventi di natura localistica o microsettoriale». Sono inammissibili anche gli emendamenti aggiuntivi «privi di effetti finanziari con decorrenza nel triennio di riferimento» e gli interventi che modificano «le norme di contabilità generale dello Stato». Sono ammissibili, al contrario, emendamenti aggiuntivi, sostitutivi e soppressivi, purché rispettino il requisito della compensazione.
Sono inammissibili, ancora, le proposte «che dispongono l’uso parziale di risparmi, a meno che non siano destinati all’attuazione degli istituti contrattuali e ai rinnovi contrattuali» e gli emendamenti «volti a ridurre gli accantonamenti finalizzati alla copertura finanziaria per ratifiche di accordi internazionali» o per provvedimenti sui quali le commissioni Bilancio abbiano espresso un parere favorevole. Infine, sono inammissibili «gli emendamenti che rechino variazioni lineari o indistinte a più programmi di spesa».