Colpi di scena a ripetizione nella querelle sulle mascherine tra commissario per l’emergenza covid, Domenico Arcuri, e filiera del farmaco. Dopo l’accordo di giovedì con i distributori di Adf e Federfarma Servizi che dovrebbe assicurare già dalle prossime ore una prima fornitura di circa 3 milioni di mascherine e dal 18 maggio altri 10 milioni, tutti a prezzi e ricarichi prefissati (38 centesimi al grossista, 40 centesimi alla farmacia, 61 al pubblico), ieri sera è circolata la notizia che nel prossimo decreto Rilancio, attualmente in fase di elaborazione nei Ministeri, ci sarebbe una disposizione che alza a 1,50 centesimi il prezzo massimo delle “chirurgiche”, sconfessando di fatto l’ordinanza Arcuri del 27 aprile e le intese che ne sono conseguite con la filiera del farmaco.
L’anticipazione, diffusa dall’Ansa dopo la visione di una bozza di oltre 70 pagine ancora piuttosto rozza, va presa con estrema cautela. Nella serata, infatti, Quotidiano Sanità ha riportato una smentita del ministero dello Sviluppo economico secondo la quale la proposta del prezzo massimo a 1,50 euro proverrebbe da ipotesi di lavoro risalenti a prima dell’ordinanza Arcuri.
Non sarebbero stati smentiti, invece, gli altri tetti di prezzo: secondo l’Ansa, infatti, la bozza fissa massimali anche per gli altri modelli di mascherine, le cosiddette dpi: 5,75 e 6,50 euro per le ffp2 senza e con valvola rispettivamente, 6 e 9,50 euro per le ffp3, sempre senza e con valvola. Curiosamente, i valori coincidono alla virgola con i prezzi consigliati che Assosistema Safety, l’associazione dei produttori e distributori di dpi, aveva diffuso qualche giorno fa in una nota, dalla quale però traspariva l’idea che si trattasse di valori ex-factory (probabilmente al netto di iva, per di più).
Conviene dunque seguire attentamente gli sviluppi che da qui in avanti avrà la bozza, perché potrebbe concretizzarsi una replica del pasticcio già generato dall’ordinanza Arcuri, cioè massimali del tutto fuori mercato, prezzi sbandierati ai quattro venti senza riguardi per l’iva e via di seguito.
E non solo: la bozza anticipata dall’Ansa, infatti, fisserebbe prezzi massimi anche sulle soluzioni disinfettanti a base di ipoclorito di sodio (da 3,80 a 7,20 euro a seconda del quantitativo), sui gel disinfettanti (da 3,45 a 6,40 euro) e sulle soluzioni disinfettanti a base alcolica (da 2 a 2,15 euro). Ma anche qui, non è dato sapere per ora se si tratta di prezzi al pubblico o ex-factory, con o senza iva eccetera.
Se ne saprà di più al prossimo colpo di scena.