Il Mercato unico europeo deve rimanere aperto e i Paesi membri non devono chiudere le loro frontiere alla circolazione delle merci, soprattutto farmaci e materiale sanitario. E’ l’indicazione che arriva dalla Commissione europea dopo le polemiche dei giorni scorsi sullo stop decretato da alcuni governi – Germania e Francia in testa – alle esportazioni di mascherine e dpi. Covid-19, ha ricordato la presidente, Ursula von der Leyen «è già presente in tutti gli Stati membri, pertanto la nostra valutazione è che chiudere i confini non è necessariamente il modo migliore per contenere la diffusione del virus». Nelle linee guida rilasciate ieri dalla Commissione, così, è scritto a chiare lettere che «non vanno imposte restrizioni alla circolazione di beni nel Mercato unico, specialmente le merci essenziali e deperibili e quelle destinate alla salute».
Le raccomandazioni di Bruxelles hanno convinto la Germania a fare dietrofront e rimuovere il blocco: una fornitura all’Italia di un milione di mascherine sarebbe già stata autorizzata da Berlino e fonti del ministro italiano dell’Industria riferiscono che anche la Francia avrebbe autorizzato l’esportazione di questi dispositivi. «Sono felice di annunciare che d’ora in poi la possibilità di esportare sarà nuovamente ripristinata, ovviamente sotto stretto controllo» ha confermato alla stampa il commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton.
Intanto in Italia Federfarma (anche dietro sollecitazione della Lombardia) è intervenuta sull’episodio accaduto nei giorni scorsi a Parma, dove una farmacia è stata segnalata dalla Guardia di Finanza per aver sconfezionato un pacco di mascherine da 50 pezzi e averle vendute singolarmente. In una lettera inviata al ministero della Salute, all’Istituto superiore di sanità, alla Protezione civile, ai Nas e alla Gdf, la Federazione ricorda che «le farmacie sono costrette a sconfezionare e a consegnare in singole unità, al solo scopo di permettere alla maggior parte possibile di cittadini di acquistare mascherine in numero coerente alle proprie esigenze». La richiesta, quindi, è che «si consenta alle farmacie, in via assolutamente temporanea e per la durata dell’emergenza, di aprire i prodotti contenenti più mascherine per poterle vendere singolarmente, assicurando che sarà cura della farmacia fornire verbalmente le istruzioni d’uso laddove non disponibili in forma scritta».
Il caso comunque si sarebbe già sgonfiato: secondo quanto riferisce la stampa locale, ieri le Fiamme Gialle hanno fatto sapere di avere archiviato il verbale in seguito ad approfondimenti che hanno confermato per la farmacia parmense «lo stato di necessità connesso alla straordinaria emergenza epidemiologica da covid-19».