Nel giro di due anni verranno a mancare al Ssn più di 3.600 medici di famiglia, tra i quali oltre 580 nel Lazio, 540 in Sicilia e quasi 400 in Campania. La stima arriva dal Rapporto sui medici di medicina generale pubblicato nei giorni scorsi dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Il documento propone una fotografia della medicina di famiglia dal taglio prettamente statistico, ricca di numeri declinati su scala nazionale e regionale.
In media, dice il rapporto, a livello nazionale ci sono 1.237 pazienti adulti ogni mmg, con forti differenze a livello regionale: in Umbria, per esempio, si contano1.020 residenti per medico, in Lombardia 1.450. Dal 2019 al 2021, inoltre, il numero complessivo dei medici di famiglia si è ridotto di 2.178 unità, una contrazione che ha assestato il rapporto mmg/abitanti a 6,81 per 10mila. Anche in questo caso, tuttavia, i valori regionali mostrano forti differenze: da 5,47 mmg per 10mila abitanti della Provincia di Bolzano agli 8,34 medici ogni 10mila residenti dell’Umbria.
Ma i dati che più preoccupano riguardano la demografia: in base alle stime dell’Agenas, infatti, da qui al 2025 infatti dovrebbero uscire dal lavoro (per raggiungimento dell’età pensionabile) 13.780 mmg, mentre dai corsi di formazione in mg dovrebbero arrivare nello stesso periodo 10.148 nuove leve. In altre parole, i nuovi ingressi copriranno soltanto i tre quarti circa dei mmg in uscita, per un “buco” di oltre 3.600 unità.
Anche in questo caso, poi, le medie regionali mostrano distanze considerevoli: in Val d’Aosta e Provincia di Bolzano il saldo tra uscite e ingressi risulta addirittura positivo (per poche unità), nel Lazio si riuscirà a coprire soltanto il 60% dei pensionamenti, in Puglia e Abruzzo il 64%, in Campania il 98%. Dovrebbero contenere le carenze, invece, la Lombardia (93% dei pensionamenti coperti dalle nuove specializzazioni), il Molise (95%) e la Calabria (86%).