Sono due le giornate di sciopero proclamate dai medici della dirigenza Ssn per protestare contro la Manovra e l’assenza di risorse a copertura dei rinnovi contrattuali di categoria. Il 9 novembre si asterranno dal lavoro gli iscritti di Anaao Assomed, Cimo, Fp Cgil Medici, Fvm-Federazione veterinari e medici, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici e Coordinamento nazionale Uil Fpl; il 23 novembre, invece, protesteranno gli anestesisti dell’Aaoroi-Emac, che ha preferito concentrare la propria protesta in un giorno a parte.
Le richieste che le sigle di categoria intendono rivendicare con lo sciopera, spiega una nota diffusa ieri, comprendono un finanziamento del Fondo sanitario 2019 «che preveda le risorse con cui onorare i contratti di lavoro scaduti da 10 anni», con gli stessi aumenti contrattuali previsti per il pubblico impiego; l’adeguamento dei trattamenti accessori congelati dalla legge Madia; la rimozione del blocco sulla spesa per il personale sanitario, per facilitare il turnover del personale aprendo una grande stagione di assunzioni nel Ssn; il finanziamento di quota parte del contratto 2019-2021 (o perlomeno dell’indennità di vacanza contrattuale) nella Legge di bilancio per il 2019. «Medici, veterinari e dirigenti sanitari del Ssn» conclude la nota «hanno bisogno di risposte certe sui nodi irrisolti da molto tempo, pena il prolungarsi di una stagione conflittuale che rende incerto l’accesso alle cure».