attualita

Da Cimo ricorso e class action contro il mancato rinnovo del contratto

4 Gennaio 2019

La Cimo, sindacato dei medici Ssn, ha presentato ricorso davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo per il mancato rinnovo del contratto di categoria entro la scadenza del 31 dicembre scorso, così come previsto dall’accordo confederale del 30 novembre 2016 e dalla sentenza della corte costituzionale 178/15. E’ quanto riferisce un comunicato diffuso l’altro ieri dallo stesso sindacato dei medici ospedalieri, che in concomitanza con la trasmissione del ricorso ha anche avviato una class action contro Regioni e Aran (l’equivalente della Sisac per i contratti della dipendenza Ssn). «Alla Corte europea» spiega Cimo «ci appelliamo per far valere la palese violazione da parte di Governo, Regioni e Aran degli impegni derivanti dalla sentenza della Consulta del 2015, che ha sancito l’illegittimità costituzionale del blocco della contrattazione collettiva del pubblico impiego».

Per ottemperare a tale sentenza, prosegue il sindacato, sono stati chiusi entro la primavera scorsa tutti gli accordi del comparto sanitario e dei medici convenzionati; «ritardi e politiche ambigue, invece, hanno alzato una fitta nebbia sul rinnovo contrattuale dei medici dipendenti», lasciati per ultimi e senza fondi. Nelle trattative, ricorda al riguardo la Cimo, non sono stati riconosciuti neanche gli incrementi accordati a qualunque altra fascia di dirigenza pubblica, nonostante «le persistenti richieste di chiarimento sulle risorse che dovevano essere accantonate dalle Regioni per il rinnovo contrattuale».

Di qui, prosegue la il comunicato, la decisione di ricorrere anche allo strumento della class action contro Regioni e Aran, «che indicheremo alla magistratura come i responsabili del mancato rinnovo del contratto di lavoro entro la scadenza di legge». Nelle prossime settimane, conclude la Cimo, verranno infine avviate azioni sindacali dirette a tutelare i diritti dei medici, imperniate su tre linee di indirizzo: «recupero, anche in sede giudiziaria, della parte economica del contratto nazionale di lavoro 2016-2018; richiesta ad Aran di apertura del nuovo contratto 2019-2021, per la parte economica e normativa; avvio di iniziative in ambito aziendale finalizzate al rispetto del vigente contratto di lavoro con particolare riferimento a orario di lavoro, fondi contrattuali, sicurezza nei luoghi di lavoro».