«Colmiamo buona parte del ritardo accumulato negli anni e aggiorniamo i compensi al 2021, recuperando cinque anni di arretrati. Sono più di 700 milioni di euro, ovvero 15 mila euro circa per ogni medico massimalista». È il commento del segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, alla sottoscrizione ieri in Sisac della bozza di accordo per la nuova Convenzione dei medici di famiglia, valida per il triennio 2019-2021. Tra le principali novità, come riassume una nota diffusa ieri dalla Fimmg, il completamento del ruolo unico (con un solo percorso professionale per medici di famiglia e della continuità assistenziale e il tempo pieno per tutti, nel rispetto dei diritti acquisiti per i medici già convenzionati), il consolidamento della prossimità dell’assistenza attraverso la rete degli studi medici, tutele più chiare in tema di genitorialità e genere. Risolte anche alcune “ombre” sui modelli gestionali degli studi, che potranno ospitare i medici specialisti per la presa in carico dei pazienti cronici.
«Non meno importante» prosegue la nota Fimmg «la definizione chiara gli strumenti che possono consentire alle Regioni di assegnare maggiori risorse per l’assistenza domiciliare programmata e integrata». Alla firma, sottolinea la Fimmg, era presente Marco Alparone, presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità, che ha sottolineato l’importanza della nuova Convenzione nel porre le basi per il prossimo atto di indirizzo, che darà la possibilità di integrare la medicina generale con quanto previsto dal Pnrr. «Con questo accordo» è il comento di Alparone «si rafforza il Servizio sanitario nazionale rendendolo capace di affrontare le sfide future. Si riconoscono agli oltre 60mila operatori di settore una valorizzazione in termini di professionalità e tutela delle condizioni di lavoro».