I pazienti che consumano medicinali a base di metamizolo siano informati sui sintomi precoci dell’agranulocitosi, un grave effetto collaterale connesso all’uso di tali farmaci. È la raccomandazione contenuta nella nota informativa rilasciata ieri dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in collaborazione con l’Ema e alcune aziende produttrici.
Il metamizolo, ricorda la comunicazione, è un analgesico non oppioide con proprietà antipiretiche e spasmolitiche utilizzato per trattare il dolore e la febbre. Tuttavia, il suo impiego comporta un rischio noto di agranulocitosi, una condizione caratterizzata da una drastica riduzione dei granulociti nel sangue, che può portare a infezioni gravi o fatali.
La revisione dei dati disponibili, inclusi studi scientifici e segnalazioni post-marketing, ha evidenziato la necessità di adottare misure preventive tra le quali l’obbligo di informare i pazienti sui sintomi suggestivi della patologia, come febbre, brividi, mal di gola e ulcere dolorose in bocca o altre aree delle mucose. I pazienti devono interrompere il trattamento e consultare immediatamente il medico in caso di sintomi sospetti.
La nota specifica che l’agranulocitosi può manifestarsi in qualsiasi momento durante il trattamento, anche dopo la sospensione. Nei pazienti in trattamento con antibiotici, i sintomi potrebbero essere mascherati, complicando ulteriormente la diagnosi. Nel settembre scorso, l’Ema aveva approvato una raccomandazione affinché le informazioni sul prodotto che accompagnano i farmaci a base di metamizolo fossero aggiornate per avvertire i pazienti del rischio di agranulocitosi e facilitarne la diagnosi e la rilevazione precoce.