Con l’annuncio di ieri che il Governo porrà la questione di fiducia sul voto alla Camera in seconda lettura, il ddl Milleproroghe si avvia alla conversione in legge nel testo approvato da Palazzo Madama. Salvo sorprese, quindi, può essere dati ormai per certi gli articoli che prolungano di un altro anno l’invio del promemoria attraverso i canali digitali e posticipano a 72 anni il pensionamento di medici di famiglia e pediatri di libera scelta (ovviamente su base volontaria), una misura che nei giorni scorsi la Fimmg aveva accolto positivamente.
Tra i sanitari che cantano vittoria ci sono anche gli infermieri: con l’articolo 4bis, infatti, ottengono la libera professione intramoenia di cui già godono i medici, ossia la possibilità di svolgere incarichi in regime libero-professionale al di fuori del rapporto di esclusiva con il Ssn, anche se per non più di otto ore settimanali e fino al 31 dicembre 2023.
Ma con il loro Ordine, la Fnopi, gli infermieri sono già pronti alla prossima mossa. Come scrive il quotidiano la Repubblica in un articolo dell’altro ieri, infatti, la Federazione delle professioni infermieristiche ha inviato ai parlamentari delle commissioni Lavoro, Bilancio, Sanità e Istruzione di Camera e Senato un documento che propone una revisione dei percorsi universitari e formativi (con la creazione di specializzazioni analoghe a quelle dei medici, come cure primarie, neonatologia e pediatria, salute mentale e dipendenze, emergenza e terapia intensiva, medicina e chirurgia) e soprattutto chiede che agli infermieri specializzati venga consentito di prescrivere.
In particolare, la proposta è di permettere la prescrizione di dispositivi come cateteri o medicazioni, oppure la ripetizione di ricette del medico in caso di pazienti cronici o con trattamenti già avviati dal curante, che l’infermiere magari già segue in ambito domiciliare.
Ci sarà da “battagliare” con i medici, ma dalla sua la Fnopi può già contare qualche nome eccellente. Tra gli esperti che hanno redatto il documento, infatti, figurano Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità; Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas, l’agenzia sanitaria nazionale delle Regioni; Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri; Maria Letizia Melina, segretario generale del ministero dell’Università e della ricerca; Rossana Ugenti, responsabile della direzione professioni sanitarie del ministero della Salute; Carlo Della Rocca, presidente della Conferenza permanente delle facoltà e scuole di medicina e chirurgia e preside alla Sapienza di Roma.