Il dettagliante o l’impresa che chiedono un supplemento sul prezzo di vendita quando il cliente paga con carta di credito o di debito rappresentano una violazione del Codice del commercio e rischiano sanzioni da parte dell’Antitrust. E’ l’avvertimento che la stessa Autorità garante ha diffuso ieri in seguito ad alcune segnalazioni di diversa provenienza. Il comunicato dell’Antitrust, in particolare, segnala il caso di maggiorazioni di prezzo da parte di «esercizi commerciali anche di piccola dimensione, distribuiti su tutto il territorio nazionale», in seguito all’acquisto di biglietti e abbonamenti del trasporto pubblico, servizi di lavanderia, bevande e alimenti. Altri casi, continua la nota, riguardano «l’applicazione da parte di alcuni tabaccai di un sovrapprezzo, spesso pari a un euro, in occasione dell’acquisto con carta di debito/credito di sigarette, marche da bollo, biglietti per i trasporti pubblici».
L’Autorità, ricorda il comunicato, è già intervenuta in diverse occasioni per ricordare che l’applicazione di supplementi per l’uso di uno specifico strumento di pagamento è vietata dall’articolo 62 del Codice del Consumo, secondo il quale i venditori di beni e servizi ai consumatori finali «non possono imporre ai consumatori, in relazione all’uso di determinati strumenti di pagamento, spese per l’uso di detti strumenti». Lo stesso divieto si rintraccia nella direttiva europea 2015/2366, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, recepita dal nostro Paese con il d.lgs 128/2017.
Tale divieto, conclude l’Antitrust, «si applica a tutti gli esercenti commerciali, ivi inclusi i dettaglianti specializzati anche di piccole dimensioni (tabaccai, ferramenta, lavanderie, macellerie, frutterie eccetera)». Nel caso in cui «l’Autorità riscontrasse ulteriori violazioni, si riserva di attivare i propri poteri sanzionatori di cui all’articolo 27 del Codice del consumo».