Continuano gli interventi del Comando carabinieri per la tutela della salute diretti a reprimere truffe e pratiche commerciali illecite veicolate attraverso internet e legate all’emergenza epidemica. Tra le ultime operazioni portate a termine, spicca l’oscuramento un sito web collocato su server estero che pubblicizzava e vendeva, anche in lingua italiana, medicinali soggetti a prescrizione medica obbligatoria. Il provvedimento, emesso dalla Direzione Generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della Salute, ha messo termine a pratiche fraudolente come la commercializzazione di un medicinale antivirale a base di umifenovir, pubblicizzato «per la prevenzione e il trattamento negli adulti e nei bambini covid-19 (sars-cov-2)»: l’Aifa ha appurato che il prodotto è privo di autorizzazione per l’uso in Europa e Usa, per di più mancano evidenze scientifiche di efficacia nel trattamento o prevenzione della malattia da covid-19.
Inoltre, sul medesimo sito oscurato, erano offerti in vendita una serie di farmaci contenenti principi attivi ad azione dopante a base di “epo-cera”, meldonio e clembuterolo, inseriti tra le sostanze proibite in uso sportivo e privi di autorizzazione, tutti destinati ad alimentare il mercato illegale del doping sportivo e nelle palestre.
Il Nas di Torino ha ottenuto dalla procura della Repubblica del capoluogo il decreto di sequestro preventivo con oscuramento di un sito che offriva prodotti vantanti azione terapeutica e medicinale nei confronti dell’infezione virale; il provvedimento configura l’ipotesi delittuosa di tentata frode in commercio e vendita di medicinali pericolosi per la salute. Analoga richiesta di provvedimento è stata promossa per una serie di annunci pubblicitari, inseriti in una nota piattaforma di commercio on-line, di un farmaco asseritamente dichiarato anti-virale, risultato privo di Autorizzazione all’Immissione di Commercio.
I Nas di Bari e di Napoli, nonché la sezione Analisi del Reparto operativo dei Nas, hanno individuato vari siti web che offrono in vendita kit diagnostici in vitro destinati alla verifica ematica del titolo anticorpale dei virus covid-19. Tali tipologie di prodotti non sono allo stato considerati come prove alternative per la determinazione dell’infezione, il cui riferimento rimane l’analisi molecolare effettuata sui tamponi rino-faringei. «È in atto» spiega in una nota il Comando carabinieri per la tutela della salute «un monitoraggio sulle finalità d’impiego e sulle restrizioni d’uso di tali dispositivi, preclusi ad un utilizzo non professionale».