Psicologo non solo in farmacia ma anche nelle équipe multiprofessionali dei medici di famiglia, Aft e Uccp, che dovranno integrarne la figura per ottenere gli aumenti di massimale previsti dalla Legge di Bilancio. E’ una delle novità rimaste in ombra del decreto Calabria, che il Senato ha convertito definitivamente in legge la settimana scorsa: si tratta di un brevissimo emendamento all’articolo 12 (disposizioni sulla formazione in materia sanitaria e sui medici di medicina generale), che integra l’articolo 8 del d.lgs 502/92, ossia la norma di riferimento per le convenzioni dei medici di famiglia. E’ qui che dal 2012 trovano posto le disposizioni in materia di Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) e Uccp (Unità complesse di cure primarie), i nuovi modelli organizzativi delle cure primarie che tanto preoccupano le farmacie. Ed è qui che a dicembre la Legge di Bilancio per il 2019 aveva aggiunto al comma 1 la lettera b-quinques, con cui si autorizzava «un incremento del numero massimo di assistiti in carico ad ogni medico di medicina generale (il cosiddetto massimale, oggi fissato a 1.500 pazienti, ndr) nell’ambito dei modelli organizzativi multiprofessionali, nei quali è prevista la presenza, oltre che del collaboratore di studio, anche di personale infermieristico». Infine, è sempre qui che il decreto Calabria aggiunge in coda al b-quinques tre semplici parole: «e dello psicologo».
Sembra una modifica di minima portata, è invece un emendamento che di fatto integra la figura professionale dello psicologo in Aft e Uccp. Rivela la reale portata della disposizione un articolo di Quotidiano Sanità firmato da Saverio Proia, già dirigente del ministero della Salute e consulente dell’Aran (la struttura interregionale che gestisce i rinnovi del personale sanitario dipendente). La norma, scrive l’esperto, « è il frutto di un’attività di elaborazione e di rapporto del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi con le rappresentanze istituzionali e sindacali dei medici di base», diretta ad «approfondire il ruolo fondamentale della psicologia e quindi dello psicologo nella tutela della salute, a iniziare appunto dal sistema delle cure primarie».
L’emendamento approvato, prosegue Proia, «non solo legittima la presenza dello psicologo nelle cure primarie, ma entra nel cuore della convenzione della medicina generale chiarendo che qualora le Regioni vogliano autorizzare l’aumento del massimale, evento ormai reale per l’approssimarsi di pensionamenti di massa nella categoria e per l’assenza di turn over adeguati, questo sarà possibile laddove il medico interessato abbia realizzato una integrazione interprofessionale con infermieri e psicologi».
Lo psicologo delle cure primarie, prosegue l’articolo, «adotta interventi terapeutici evidence-based, multiprofessionali, integrati e collaborativi, che consentono di affrontare in modo appropriato e tempestivo le patologie al loro esordio, migliorare l’aderenza alla terapia, incrementare il benessere individuale e diminuire l’utilizzo improprio e i costi del Servizio sanitario: nelle attuali scelte strategiche per le cure primarie, dalla Casa della salute alle Uccp, lo psicologo può operare in modalità multiprofessionale, che è la modalità ottimale per fornire assistenza con percorsi d’integrazione interdisciplinare anche in raccordo con gli operatori del sociale».
L’emendamento al decreto Calabria, in sostanza, «è l’inizio di un percorso, perché ora c’è una norma da cui partire per costruire la presenza dello psicologo negli studi dei mmg attraverso la stipula, in corso di trattativa, del nuovo Accordo nazionale dei medici di famiglia e soprattutto nei conseguenti accordi decentrati, nei quali le Regioni stanziano, per tali finalità, risorse aggiuntive».