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Nota 96, Aifa: da febbraio risparmio medio mensile di 5 milioni di euro

3 Ottobre 2023

Nei 39 mesi in cui è stata applicata, dal novembre 2019 al gennaio 2023, la nota Aifa 96 sulla prescrizione di farmaci per il trattamento della carenza di vitamina D (calcifediolo, colecalciferolo, colecalciferolo e altri) ha generato un risparmio medio mensile di circa 2,9 milioni di euro; dopo l’aggiornamento entrato in vigore nel febbraio scorso, il risparmio per le categorie Atc coinvolte ha raggiunto i 5 milioni di euro al mese. È la valutazione che arriva dal report pubblicato nei giorni scorsi dall’Agenzia del farmaco: nei 39 mesi che vanno dall’introduzione della nota 96 al gennaio 2023 la spesa sostenuta dal Ssn per i farmaci interessati dalla disposizione si è fermata a 803,3 milioni di euro, pari a 103,5 milioni di confezioni. Rispetto allo stesso intervallo di tempo subito precedente, risulta un risparmio di oltre 113,6 milioni, pari a 22,5 milioni di pezzi in meno.

A febbraio l’Aifa aveva introdotto un aggiornamento alla nota che, tra le altre cose, aggiungeva una nuova categoria di rischio (persone con gravi deficit motori o allettate che vivono al proprio domicilio) e riduceva da 20 a 12 ng/mL (o da 50 a 30 nmol/L) il livello massimo di vitamina 25(OH)D sierica necessario ai fini della rimborsabilità. Nei tre mesi successivi, da febbraio ad aprile, la spesa Ssn per i farmaci in nota ha superato i 61 milioni di euro per un totale di 7,7 milioni di confezioni; rispetto allo stesso trimestre 2022, il risparmio ammonta a 15 milioni di euro (pari a -1,8 milioni di confezioni).

Dai dati, scrive l’Aifa nel report, «non si osservano importanti aumenti dei consumi e della spesa di altri analoghi della Vitamina D non oggetto della nota: in termini percentuali abbiamo delle piccole variazioni in aumento, ma il cui valore in termini assoluti è decisamente inferiore all’ammontare economico e di confezioni movimentati dalle Atc oggetto della nota».

L’impatto della nota a livello regionale e demografico, prosegue l’Agenzia, è da considerarsi eterogeneo: la classe di età 40-60 anni è quella che ha fatto registrare la maggiore riduzione dei consumi, soprattutto tra le donne; dopo l’aggiornamento della nota quasi in tutte le Regioni si osservano risparmi percentuali in doppia cifra. «Da valutare una campagna di sensibilizzazione alla corretta prescrizione rivolta ai mmg».