Nel 2022 le prescrizioni di Nao e Avk – che la nota 97 ha esteso dal 2020 ai medici di famiglia, limitatamente all’indicazione Fibrillazione atriale non valvolare (Fanv) – rivelano «una sostanziale appropriatezza», con «minime criticità» riguardo alle ricette di anticoagulanti orali in pazienti con insufficienza renale e/o anemia. È quanto si legge nel rapporto dell’Aifa pubblicato ieri che tira un bilancio sulla prescrizione dei farmaci assoggettati alla nota 97 nel corso del 2022.
In un anno, dicono i numeri, sono stati trattati con un anticoagulante quasi 1,8 milioni di pazienti, per un totale di 10,8 milioni di ricette. Circa 352mila individui (il 19,6% dell’insieme) hanno ricevuto un antagonista della vitamina K (Avk), poco più di 1,4 milioni (l’80,4%) hanno invece ricevuto un Nao. Sul totale delle ricette, più di 437mila erano associate a una scheda di prescrizione dematerializzata, che la nota 97 ha introdotto dal 2021 e nell’aprile 2022 ha definitivamente soppiantato la versione cartacea (web based).
L’analisi dell’Agenzia si è concentrata su tali schede: per cominciare quasi la metà, il 47,6%, è stata compilata da medici di medicina generale, dunque «l’introduzione della nota ha determinato un significativo trasferimento alla mg della gestione dei pazienti in terapia con anticoagulanti orali per Fanv». I Nao prescritti più spesso sono Apixaban (33,9%), Rivaroxaban (30,4%), Edoxaban (20,6%) e Dabigatran (15,1%).
Questa classe di farmaci, inoltre, risulta prevalente sugli Avk in tutte le prescrizioni, con incrementi marginali al crescere valore dell’emoglobina o della velocità di filtrazione glomerulare. «Circa 3.200 pazienti» osserva l’Aifa «hanno ricevuto una scheda per la prescrizione di un Nao malgrado un valore di Vfg < 15ml/min, che ne controindicherebbe l’utilizzo. Allo stesso modo, circa 700 pazienti hanno ricevuto una scheda per la prescrizione di dabigatran nonostante un valore di Vfg < 30ml/min, che rappresenta una controindicazione alla sua prescrizione».
Nel biennio 2021-2022, infine, soltanto una quota marginale di assistiti (1.579, pari a meno dell’1% del totale dei pazienti trattati nel biennio 2021-2022) ha effettuato uno switch da Nao ad Avk o viceversa. In particolare, 1.342 pazienti (l’85% circa) ha sostituito un Avk con un Nao.